Il vecchio Colosseo, malato di “osteoporosi”. Il restauro basterà a salvarlo?

Pubblicato il 11 Maggio 2010 - 19:35 OLTRE 6 MESI FA

Il monumento più famoso del mondo non sta bene. E non perchè domenica scorsa 50 cm quadrati di malta originale sono venuti giù dalla volta di un corridoio dell’antico anfiteatro romano. Quello è un segno della malattia. Una linea di febbre profonda che solca le sue mura.

Non è un “semplice” rischio di crollo dovuto a incuria. In quel caso sarebbe sufficiente (forse) un attento e mirato restauro. Ma qui il problema è più serio. E sono gli oltre 2.000 anni di storia a fare la differenza.

Proprio come un vecchietto pieno di acciacchi, comincia ad avere problemi di osteoporosi e di insufficienza cardiaca. Le sue “ossa” si stanno sfarinando e lo smog e le correnti gli danno problemi respiratori.

Il simbolo della grandezza di Roma antica e da cui la città moderna ha succhiato linfa inestimabile per l’industria del turismo, è stato iniziato da Vespasiano nel 72 d.c., è stato inaugurato l’80 d.C. dall’Imperatore Tito.

Ora quel gigante si sbriciola e c’è da chiedersi se basteranno le le rassicurazioni del sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Giro: “Si tratta ora di curare un malato cronico e lo faremo con cura e premura, trasparenza e competenza – spiega Giro – Mettendo in campo non solo le risorse ma le capacità di restauro delle più abili e accreditate maestranze tecniche che già si sono cimentate in altre opere prestigiose di restauro e che il mondo intero ci invidia”.

E se fosse destinato a spirare, come tutte le cose materiali di questa vita? Cosa fare contro l’ineluttabilità del tempo e degli agenti atmosferici? È sì perchè sarebbero proprio smog e le alterazioni della temperatura i fattori che hanno determinato il crollo in una delle volte dell’Anfiteatro Flavio, come si chiamava in origine. Lo ha spiegato l’architetto Meo Grossi, direttore tecnico del Colosseo dopo un sopralluogo con il sottosegretario ai Beni Culturali.

Insieme a Giro ha elencato i dettagli degli interventi di restauro che sono già iniziati. “Il punto è soggetto inoltre a forti correnti d’aria. Il Colosseo, come tutte le rovine, “respira” e ha molta permeabilità”. Grossi ha raccontato che il crollo avvenuto nella prima mattina di domenica, alle 6 circa, ha interessato uno dei lacerti della malta originale, “quella di epoca Flavia”.

I frammenti sono caduti a terra, ha aggiunto Grossi, perché la rete di protezione (installata di recente in occasione di una mostra), si è sganciata da un suo supporto. “Le reti – ha spiegato – sono sufficienti per la sicurezza: forse se fosse stata agganciata meglio i frammenti non sarebbero caduti”. Il danno è davvero “serio” come si evince dai volti preoccupati del tecnico e del sottosegretario.

Giro e Grossi hanno poi spiegato gli interventi di restauro in corso: ci sono 4 tranche per un totale di 1 milione 770 mila euro che riguardano l’attico, il terzo ordine e gli ipogei e saranno chiuse entro luglio. Altri tre progetti, per un totale di 760 mila euro e che riguardano primo e secondo ordine, saranno poi assegnati proprio in questi giorni e dovrebbero finire entro fine anno.

Se il restauro basterà a guarire il malato non è ancora possibile saperlo. Preoccupa l’instabilità del Colosseo che se dovesse essere confermata, per via della sua età, rischierebbe di vanificare tutti i possibili interventi. Certo è che il mezzo metro quadrato di antichi calcinacci caduti è riuscito a smuovere il mondo politico in difesa del simbolo di Roma e aldilà dell’effettivo rischio di ulteriori crolli.

In soccorso dei soprintendenti, che hanno chiesto l’immediato stop a show e manifestazioni, sono scesi da subito l’estrema destra e sinistra romana “compatte” nella difesa del malato: per il neo assessore alla casa, Teodoro Buontempo, bisogna impedire lo svolgimento di manifestazioni canore all’interno del Colosseo: i decibel sarebbero peggiori dello smog e dell’incuria sulla fragile architettura. Manuela Palermi (Pdci-Federazione della sinistra) ha chiesto il blocco totale del traffico delle auto intorno al monumento: “Una scempiaggine inaccettabile”, è il commento. Il sindaco Alemanno, infine, si è detto disponibile  a partecipare alla raccolta di fondi privati per finanziarne il restauro integrale.

Nella speranza che la levata di scudi unisca e non divida, almeno in questo caso, non resta che augurare ancora lunga vita al Colosseo.