Dietro al bianco fluorescente di Van Gogh, si nasconde l'ossido di zinco

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 19:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 28 NOV – Per rendere piu' intenso il suo bianco Vincent Van Gogh avrebbe usato un particolare pigmento con ossido di zinco in grado di aumentarne la luminosita'. Dall' analisi realizzata da un gruppo di ricercatori dei Dipartimenti di Chimica e di Fisica del Politecnico di Milano di un suo acquarello e' emersa infatti un'inusuale fluorescenza in corrispondenza delle zone dipinte di bianco.

Come riportato sulla rivista 'Applied Physics A', l'opera in questione, 'Les bretonnes et le pardon de pont Aven', un acquarello dipinto dall'artista olandese nel 1888, presenta una fluorescenza di colore verde che fa pensare all'uso da parte del pittore, di un particolare pigmento formato da ossido di zinco con tracce di solfuro di zinco o altre impurita' metalliche che fanno assumere al pigmento un comportamento da semiconduttore. Secondo gli stessi ricercatori italiani l'utilizzo di questo pigmento rientrerebbe nelle sperimentazioni artistiche legate all'evoluzione in quegli anni dei processi industriali, con l'introduzione sul mercato del bianco di zinco (ossido di zinco).

Il dipinto, uno dei pochi acquarelli di Vincent Van Gogh disponibili in Italia, conservato nella Collezione Grassi della Galleria d'Arte Moderna di Milano, e' stato studiato attraverso vari strumenti tra cui il Sistema di Immagini Multispettrali, interamente sviluppato al Politecnico, che permette di rilevare anche le piu' sottili sfumature di colore di un dipinto e di verificarne la stabilita' al cambiamento delle condizioni ambientali attraverso il monitoraggio in momenti diversi. Prossimo obiettivo dei ricercatori e' quello di comprendere se l'opera in questione sia stata un esperimento singolo oppure se rientra in una piu' vasta produzione sperimentale del pittore.