Paolo Picozza, la mostra. Repubblica: Cavaliere dello spazio e della pittura

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Febbraio 2019 - 06:19 OLTRE 6 MESI FA
 
Paolo Picozza, la mostra. Repubblica: Cavaliere dello spazio e della pittura

Paolo Picozza, la mostra. Repubblica: Cavaliere dello spazio e della pittura


Paolo Picozza, cavaliere dello spazio e della pittura: così Repubblica presenta la recensione di Claudio Libero Pisano della Mostra inaugurata giovedì 24 gennaio nella Sala Colleoni dell’Accademia di Belle Arti di Roma.
La mostra si intitola Cavalcare lo spazio, chiude il 14 febbraio ed è più che un ricordo un omaggio alla memoria e all’arte di Paolo Picozza, l’artista morto improvvisamente, quasi dieci anni fa, quando non aveva quarant’anni.

Nato nel 1970 a Latina, Picozza ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1994, suo ultimo anno del corso di Pittura, ha realizzato le sue prime mostre personali, nella Galleria romana “Al Ferro di Cavallo” e alla Kunsthaus Tacheles di Berlino. Nel 2000 le prime esposizioni personali e collettive in Italia e in Germania, in Giappone e in Corea.

La morte prematura lo coglie a poco meno di 40 anni di età, quando il suo lavoro sta ottenendo un riconoscimento ancora più ampio, grazie alla sua forza sempre più dirompente. Nel 2013, presso il Museo d’Arte Contemporanea di Roma (MACRO), una grande retrospettiva a cura di Achille Bonito Oliva ha celebrato l’opera del pittore, la cui influenza è costantemente presente.

Formatosi nei primi anni Novanta, scrive Pisano, Paolo era parte di una comunità di artisti che ricominciava a sentirsi gruppo. Insieme ad altri ha difeso tenacemente la sua scelta di essere contemporaneo attraverso la pittura. Le sue opere spaziano tra figurativo e astratto, a vantaggio di una composizione che premia la sensazione dell’immagine più che la sua rappresentazione.
“L’uso del bitume, che resta una sua peculiarità, rafforza il contrasto violento tra luce e ombra” sulle  tele di grande formato dominate da pennellate veloci e dense
A cinque anni dalla grande retrospettiva che il Macro gli ha dedicato, questa mostra è “più raccolta e intima” ed è “possibile riattraversare tutta la sua poetica. 
La parte dominante della mostra sono i quadri, ma, nota Pisano, per quelli più addentro nell’arte di Picozza importanti sono anche le teche con foto, quaderni, appunti e schizzi.
Una parte di vita vissuta che commuove e restituisce molto dell’universo creativo di Picozza. La mostra nasce anche dal coinvolgimento degli studenti che insieme alla professoressa Giuliana Stella, curatrice del progetto, hanno collaborato all’allestimento, mettendo in pratica i suggerimenti che il curatore Jonathan Turner ha loro fornito nel corso di un workshop. A nome di Paolo è stato istituito un premio per giovani artisti, vinto quest’anno da Claudia Roma, il cui lavoro è esposto in mostra. La morte di un artista è sempre un dramma. L’età, nel caso di Paolo, rende tutto più complicato. Picozza, scomparso proprio negli anni in cui stava raccogliendo i migliori riscontri, non è solo un pittore molto rimpianto.
Dal giorno della sua morte, attorno al suo nome c’è stato un continuo movimento tellurico fatto di affetto e stima. E l’associazione a lui intitolata sta costruendo un percorso che vuole consegnare alle nuove generazioni tutto quello che Paolo è stato: la sua estetica, la sua energia, la sua importante presenza.