Raffaello morì di polmonite, altro che “eccessi amorosi”. 500 anni dopo, risolto l’enigma della morte del Divin pittore?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Luglio 2020 - 15:17 OLTRE 6 MESI FA
Raffaello Sanzio morì di polmonite

Raffaello Sanzio, autoritratto (Ansa)

Stroncato da una polmonite aggravata da un errore medico: altro che “eccessi amorosi”, per non dire sifilide.

Potrebbe essere la soluzione all’enigma della misteriosa morte di Raffaello Sanzio, elaborata a 500 anni di distanza dagli esperti dell’Università di Milano-Bicocca.

La loro analisi, basata su testimonianze dirette e indirette dell’epoca, porta a escludere malaria, tifo e sifilide come cause del decesso.

Arrivando a puntare il dito contro la pratica del salasso che avrebbe ulteriormente indebolito il Divin pittore già provato dalla febbre.

I risultati sono pubblicati su Internal and Emergency Medicine, la rivista della Società italiana di medicina interna (Simi).

Gli “eccessi amorosi” testimoniati dal Vasari

Secondo il Vasari, Raffaello era “persona molto amorosa affezionata alle donne e ai diletti carnali”. Aggiunse che faceva una vita sessuale “molto disordinata e fuori modo”.

La morte, dunque, fu una conseguenza dei suoi “eccessi amorosi”, infatti “dopo aver disordinato più del solito tornò a casa con la febbre”.

Vasari forse esagerava, ma del resto davvero Raffaello era considerato un semi-dio. Al punto che per suffragarne l’origine sovrumana fu alterata la data di nascita per farla coincidere con quella di morte.

Stesso giorno di venerdì santo. Così come il tremar di pareti e le crepe nei palazzi vaticani non furono attribuiti a un piccolo sisma locale, ma alla sua separazione dalle mondane gesta.

Tutto fa pensare a una polmonite curata male

Oggi, i ricercatori hanno confrontato le informazioni contenute ne “Le vite” del Vasari con testimonianze di personaggi storici coevi del pittore.

E presenti a Roma in quel periodo, come quella di Alfonso Paolucci, ambasciatore del duca di Ferrara Alfonso I d’Este o alcuni documenti riscoperti nell’Ottocento dallo storico dell’arte Giuseppe Campori.

“Il decorso della malattia unito ad altri sintomi indurrebbe a pensare a una forma di polmonite”, spiega Michele Augusto Riva, ricercatore di Storia della medicina dell’Università di Milano-Bicocca.

“Non possiamo affermarlo con sicurezza né possiamo ipotizzare se sia stata di origine batterica o virale come l’attuale Covid-19.

Ma tra le varie cause è quella che più corrisponde a quanto ci viene raccontato: un decorso acuto ma non immediato, la mancanza di perdita di coscienza, assenza di sintomi gastroenterici e febbre continua”.

Salassi sconsigliati per le febbri polmonari

A peggiorare il quadro clinico ci sarebbe stato anche un errore medico: la pratica del salasso, assolutamente sconsigliata in caso di febbre polmonare.

“Vasari ci dice che il pittore nascose ai medici di essere uscito spesso nelle notti precedenti per scorribande amorose.

Non conoscendo la condotta del paziente e non potendo inquadrare meglio l’origine della febbre – ipotizza Riva – i medici avrebbero sbagliato a insistere con il salasso”. (fonte Ansa)