ROMA – ''Nessun buco di conti per il Maxxi, il bilancio e' a posto''. Il giorno dopo l'avvio delle procedure di commissariamento da parte del ministero dei beni culturali, il cda della Fondazione che gestisce il museo romano progettato da Zaha Hadid passa al contrattacco snocciolando dati e conti un una affollatissima conferenza stampa. ''Non c'e' nessuna ragione tecnica per giustificare l'ipotesi del commissario'', sottolineano battaglieri il presidente Pio Baldi e il vice Roberto Grossi. E la polemica infiamma anche la politica, con gli ex ministri della cultura Galan e Buttiglione divisi tra chi approva il commissariamento e chi lo contesta. Mentre dal ministero di Ornaghi ribadiscono che la politica non c'entra (''era un atto amministrativo dovuto'') e che con il Maxxi non c'e' nessuna guerra.
Nel museo la tensione e' altissima. I due amministratori raccontano di essere stati avvertiti ieri da un lancio ANSA. E tra dichiarazioni di incredulita' e sorpresa (''mai ricevute contestazioni di merito dal ministero'') spunta l'ipotesi del complotto: ''evidentemente c'e' un disegno''. Grossi riporta l'opinione di Stefano Zecchi, il terzo membro del cda oggi assente: ''mi chiedo se all'ipotetico commissario siano stati promessi i soldi necessari al funzionamento del museo''. E si dice pronto alle dimissioni: ''Se non c'e' la fiducia non ho alternative''.
Di fatto, secondo il management, ''i conti sono in ordine. E il provvedimento annunciato ieri ''danneggia il museo'' e i rapporti con gli sponsor, mettendo a rischio anche i nuovi contratti che si stavano chiudendo (''1,8 milioni di partnership''), primo fra tutti ''quello con la Maison Fendi, ''che avrebbe garantito al Maxxi un beneficio di alcune decine di milioni di euro''. Il bilancio 2010, spiega Baldi, ''si e' chiuso con un attivo di 2,3 milioni, quello 2011 con un disavanzo di 700 mila euro causato dai tagli lineari del governo e comunque ripianato grazie ai risparmi dell'anno precedente''. Il problema pero' e' che gestire il Maxxi, con i suoi circa 21 mila metri quadrati (150 milioni di euro la spesa per costruirlo) costa non meno di 10-11 milioni l'anno, ''anche risparmiando all'osso''. E il museo, che pure vanta notevoli entrate (''autofinanziamento al 59%, siamo gli unici in Europa''), da solo non ce la fa. I due milioni di contributo ordinario annuo previsti dallo Statuto della Fondazione, i soli che il ministero ha annunciato di garantire, non sono sufficienti, ''ne servirebbero almeno altri tre.
Per questo non e' stato possibile approvare il bilancio di previsione 2012''. In pratica servirebbe quello che nei primi due anni arrivava da Arcus, la spa del ministero. Ecco spiegata la 'divergenza' di vedute sui conti e la bagarre delle ultime 48 ore: per il Mibac quei soldi erano qualcosa ''in piu'', concesso come 'start up'; per il cda del Maxxi, il completamento del contributo ordinario, senza il quale e' impossibile chiudere il bilancio. Anzi, sostiene Baldi sbandierando le cifre di tutta Europa, dal Macba di Barcellona al Kiasma di Helsinki: ''non lo sarebbe per nessun museo di questo tipo''.
Poi c'e' la questione dei soci: Baldi e Grossi rivendicano l'entrata della Regione Lazio, denunciando anche qui un stop del Mibac (''la Regione e' pronta ad entrare con 1,7 mln in 3 anni, e un rappresentante, Claudio Velardi, manca solo l'atto di nomina del ministero''). Dal ministero pero' fanno sapere che l'ok non e' arrivato perche' i soldi la Regione li ha solo promessi. Terna, che due anni fa sembrava vicina ad entrare, si e' limitata a dare 100 mila euro in due anni. ''La questione e' politica, serve una scelta strategica di Ornaghi'', incalza Grossi. In sala l'ex assessore Umberto Croppi, responsabile cultura di Futuro e Liberta', solidarizza (''e' una bruttissima storia'') e come lui Giulia Rodano, responsabile cultura dell'Idv ('commissariamento pretestuoso'). La solidarieta' per il Maxxi arriva bipartisan anche dai pdl Gasparri, Cicchitto, Giro, dal responsabile cultura del pd Orfini. Con Ornaghi si schiera, invece, il predecessore Galan, che non risparmia una stoccata al cda (''avevo chiesto un piano industriale non mi hanno mai risposto''). Contro, Buttiglione (''no al commissario si rifinanzi il museo''). Ora ci sono 10 giorni per le controdeduzioni, anche se la fine della vicenda, con l'arrivo di un commissario (si fanno i nomi del segretario generale Mibac Antonia Pasqua Recchia e anche del dg Mario Resca ma non si esclude il ricorso a esterni) sembra scontata. Baldi sorride, indica la folla di visitatori che anche oggi invade il museo: ''sono sereno, la situazione puo' ancora essere affrontata''.