Venezia. Sgarbi bocciato dalla Corte dei Conti e si sfoga sul pannello di una mostra

Pubblicato il 20 Febbraio 2011 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

VENEZIA – Vittorio Sgarbi sfoga sul grande pannello all’ingresso della mostra veneziana di Hieronymus Bosch la sua collera conto la Corte dei Conti che per sei volte ha bocciato la sua nomina a Sovrintendente al Polo Museale di Venezia, voluta dal ministro Sandro Bondi.

La polemica contro i giudici contabili è già  nelle prime parole della presentazione che i visitatori possono leggere nella sala di Palazzo Grimani. ”Benche’ tristemente contrastato dalla Corte dei Conti, tornando a Venezia nel rinnovato incarico di Sovrintendente dei musei statali ho voluto tener fede alla promessa di rianimare e far rivivere Palazzo Grimani” esordisce Sgarbi nell’introduzione alle tre opere di Bosch esposte.

La sua nomina è stata revocata per l’ennesima volta il 10 febbraio scorso. ”Dopo la fortunata mostra dei dipinti veneziani di Giorgione che, soddisfacendo ad abundantiam lo spirito di controllo e di incremento dei conti della Corte, hanno consentito di aumentare le presenze di visitatori da 500 all’anno a 500 al giorno ecco allora i dipinti veneziani di Hieronymus Bosch” sottolinea Sgarbi prima di descrivere le caratteristiche dei tre dipinti.

Sgarbi non ha proprio mandato giù le sei bocciature, visto che in conclusione cita per la terza volta la Corte dei Conti: ”Riunire i Bosch veneziani in un solo palazzo, e della stessa famiglia cui i dipinti appartenevano, è un’ occasione unica, emozionante e per certi versi commovente – fa notare ai visitatori – Impresa facile e rara, il cui obiettivo e’ mettere nella migliore evidenza il patrimonio artistico dei musei di Venezia favorendone la conoscenza e il godimento nelle condizioni migliori, con soddisfazione e buona pace della Corte dei Conti”.

Firmato Vittorio Sgarbi. Ai giudici che hanno bocciato la sua nomina Sgarbi gliel’ha giurata e pochi giorni fa dopo l’ennesimo stop lo ha dichiarato senza mezzi termini: ”Non ci penso nemmeno per sogno a dimettermi. Quello dei giudici e’ un capriccio, ma li piegheremo – ha avvertito – fino a far passare loro un periodo di lacrime e sangue. Resto al mio posto, anzi vedrete che mi verra’ affidato a breve un incarico ancora piu’ importante”.