ROMA – “Non lasceremo a casa nessuno“. Lo ha detto il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma Carlo Fuortes, che è intervenuto dinanzi alla Commissione Trasparenza del Comune di Roma.
Proprio oggi è arrivata ai sindacati la lettera che avvia la procedura per i 182 orchestrali e coristi dell’Ente che il Cda della Fondazione una settimana fa ha deciso di licenziare in blocco. Da ora ci saranno dunque 75 giorni per discutere i licenziamenti. Ma mentre monta la protesta con i sindacati che invocano le dimissioni del ministro della Cultura, Dario Franceschini, Fuortes spiega che l’obiettivo del Cda al tavolo sindacale è di
“esternalizzare a due soggetti autonomi formati esattamente dagli stessi musicisti e cantanti con i quali fare un contratto quadriennale”.
Attraverso l’esternalizzazione di orchestra e coro del teatro dell’Opera, ha spiegato Fuortes,
“si tratta di guadagnare un 20% in produttività, ovvero ogni professore d’orchestra deve lavorare un 20% in più di adesso. Io credo si possano garantire gli stessi livelli salariali o al massimo un 10% in meno, e questo a fronte dell’aumento della produttività”.
Da questa operazione Fuortes ha ribadito che si recupereranno 3,4 milioni.
“C’è stato un incontro con i soci e nessuno si è detto disposto ad incrementare i contributi pubblici. Il Comune finanzia per 16,5 milioni. Il costo per ogni famiglia di cinque persone è pari a 30 euro, che pagano tutti i cittadini, sia che vengano sia che non vengano. È un piccolo canone”.