Vittorio Sgarbi, 128 intellettuali contro la sua mostra “Da Cimabue a Morandi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2014 - 20:16 OLTRE 6 MESI FA
Vittorio Sgarbi, 128 intellettuali contro la sua mostra "Da Cimabue a Morandi"

Vittorio Sgarbi (Foto Lapresse)

ROMA – Italia Nostra mobilita 128 intellettuali contro la mostra “Da Cimabue a Morandi” curata da Vittorio Sgarbi per il Genus Bononiae di Fabio Roversi Monaco, attesa a Palazzo Fava (a Bologna) dal 14 febbraio. E i 128, professori, studiosi e curatori di musei, chiedono l’intervento del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. 

Tra i nomi che hanno firmato la petizione scritta dalla sezione bolognese dell’associazione ci sono quelli di Daniele Benati, Carlo Ginzburg della Normale di Pisa, Antonio Pinelli dell’Università di Firenze, Keith Christiansen del Metropolitan di New York, Bruno Toscano della Fondazione Longhi, Steven Ostrow dell’Università del Minnesota.

Intellettuali e professori, spiega Paola Naldi su Repubblica, chiedono che lo Stato intervenga per impedire i prestiti delle opere, e chiamano a correo i musei civici e le istituzioni pubbliche.

Scrive Naldi:

“Senza mezzi termini, bollano la mostra come “priva di alcun disegno storico e della benché minima motivazione scientifica, un insulto alle opere, trattate come soprammobili, all’intelligenza del pubblico; alla memoria di Longhi e Arcangeli — e naturalmente un attacco ai musei, con la colpevole connivenza di chi li dirige”.

Ma Sgarbi non ci sta (…) e se la prende con la “lobby bolognese dell’Università, a cui dà fastidio che io agisca su materie che considerano loro”. Rimangono le firme che condividono e sostengono l’appello di Italia Nostra, non solo dei bolognesi ma dei nomi tra i più blasonati del mondo dell’arte che, tra le altre cose, accusano anche di «connivenza», per questo «sconcio», chi dirige i musei. Tra questi anche i “civici”, il Museo Morandi, le Collezioni Comunali d’arte, il Davia Bargellini. «Un linguaggio inaccettabile — si difende Gianfranco Maraniello, direttore dell’istituzione Bologna Musei —, un’opinione aprioristica espressa in maniera arrogante. Il progetto è condiviso e apprezzato anche perché rinforza la volontà di fare sistema».