“La censura preventiva è inaccettabile”: Giovanni Valentini su Repubblica

Pubblicato il 20 Marzo 2013 - 11:00| Aggiornato il 24 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Che Beppe Grillo non ami in particolar modo i giornalisti, specie quelli italiani, è cosa ormai nota. Che fosse allergico al confronto diretto, dopo una campagna elettorale condotta urlando nelle piazze, senza mai concedersi ad alcun confronto tv, pure. Ma l’episodio di martedì, di una conferenza stampa convocata dai 5 Stelle per comunicare le proprie condizioni, senza ammettere domande da parte dei giornalisti, è allarmante per la libertà di informazione oltre che inaccettabile e offensivo per chi svolge il mestiere di giornalista. Lo spiega bene Giovanni Valentini sul quotidiano la Repubblica, parlando di “censura preventiva“. Blitz Quotidiano ve lo propone come Articolo del giorno:

Avevamo già visto, negli anni scorsi, il regime televisivo che pretendeva di imporre in Italia una legge-bavaglio all’informazione. Non tanto contro il dovere dei giornalisti di informare la pubblica opinione, quanto contro il diritto dei cittadini di essere informati. Ma non avevamo ancora visto la censura preventiva, il black-out parlamentare, il silenzio-stampa come strumento d’intimidazione o di ritorsione. È vero che proprio alla fine di questa campagna elettorale, il vertice del Movimento 5 Stelle aveva già tentato di estromettere i cronisti dal comizio conclusivo di Beppe Grillo in piazza San Giovanni, a Roma, riservando l’ingresso sotto il palco solo ai colleghi di Sky Tg 24. E la direttrice, Sarah Varetto, aveva offerto immediatamente il segnale a tutte le altre televisioni, fino a indurre gli organizzatori a un ripensamento. Tuttavia la fantomatica conferenza-stampa convocata ieri a Montecitorio, senza ammettere le domande dei giornalisti, segna un punto di non ritorno. Non si può più partecipare a tali messinscene. La democrazia a porte o bocche chiuse non è democrazia. E non c’è “silenziatore” in grado di mettere a tacere la libera informazione.