da: Il Giornale
Difendo Belen, come a febbraio avevo difeso Morgan: fu un’ingiustizia proibire a Morgan, anche solo di apparire sul palco dell’Ariston al Festival di Sanremo 2010. E sarebbe ora grave ingiustizia negare a Belen la possibilità di condurre l’edizione 2011, per aver ammesso di aver assunto cocaina un paio di volte, anni fa, all’Hollywood.
I motivi sono numerosi. Provo a indicarli, senza ordine di importanza. Il primo è che sono assolutamente contrario ai processi sommari, eseguiti senza rispetto della persona. Comunque vada a finire, ormai di fronte alla fantasia e alla suggestionabilità della gente, che legge i giornali e guarda la televisione, Belen e l’Hollywood sono già stati condannati. Belen rischia di diventare una sorta di cocainomane persa, la discoteca milanese una sorta di centrale del vizio. Non è giusto. Mi limito a fare qualche riflessione sul piano umano-artistico-legale su Belen, mentre della discoteca non mi importa poi tanto, essendoci entrato una sola volta per cinque minuti (preciso a scanso di equivoci, non avrei avuto il tempo materiale per andare in bagno, si dice frequentatissimo – non proprio per le motivazioni che ci spingono ad entrare, senza possibilità di delega, in una toilette). Vorrei ricordare a quanti si divertono a massacrare la bellissima soubrette che esiste la libertà, prevista anche (molte volte solo a parole!) dalla nostra Costituzione e dai codici di giustizia – e dunque non solo da una liberale filosofia di vita, a cui aderisco sinceramente, insieme con milioni di persone per bene – di fare le scelte che si vogliano, purché non dannose per gli altri. In questo caso, sarà certo discutibile e anche riprovevole fiutare cocaina, ma la legge lo consente. È punito lo spaccio, reato grave, non l’uso personale. Dunque, non esiste reato. (Continua…)