“Ma ai mercati interessa la crescita”: Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera

Pubblicato il 15 Agosto 2011 - 12:17 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nell’articolo sul Corriere della Sera Francesco Giavazzi torna sull’eterno dilemma dell’economia italiana: come si può abbattere il debito pubblico se la crescita stenta?

La manovra taglia ma sulla crescita dice nulla o quasi. “Vi è qualche timida liberalizzazione, in particolare incentivi ai Comuni che venderanno le loro aziende municipali. Ma quale credibilità può avere un governo che spinge Bergamo a vendere la sua azienda di trasporto pubblico mentre si guarda bene dal collocare sul mercato le azioni che ancora possiede di Eni, Enel, Finmeccanica? Né parla di privatizzare le Poste, il Poligrafico dello Stato, la Cassa Depositi e Prestiti?”.

“A mio parere non c’è nulla in questa manovra che possa convincere un investitore a riacquistare fiducia nei nostri titoli. Siamo quindi nelle mani della Bce che per aiutarci si è messa in una posizione difficile: non può disapprovare il decreto, perché questo affosserebbe i nostri titoli, e d’altronde non può neppure continuare ad acquistarli. Bisogna quindi riacquistare la fiducia degli investitori prima che la Bce sospenda i suoi acquisti”.

“Occorre inoltre molta più determinazione su liberalizzazioni e privatizzazioni, e soprattutto bisogna avere il coraggio di chiamare le pensioni di anzianità, non toccate dalla manovra, con il loro vero nome: delle rendite. Alcune delle proposte avanzate dal Partito democratico vanno in questa direzione. Altre sono discutibili ma non sono certo peggio del contributo di solidarietà, in particolare la proposta di alzare l’aliquota fatta pagare a coloro che hanno usufruito dello scudo fiscale. Infine i parlamentari non hanno il diritto di chiedere ai cittadini questi sacrifici se prima non approvano una legge che, dalla prossima legislatura, dimezzi il loro numero e da subito tagli alcuni dei loro vergognosi privilegi”.