“Il Professore e le due anime del centro”: Luca Ricolfi su La Stampa

Pubblicato il 27 Dicembre 2012 - 11:32 OLTRE 6 MESI FA
“Il Professore e le due anime del centro”: Luca Ricolfi su La Stampa

ROMA – Mario Monti resterà neutrale, farà una lista da apparentare con altre affini, di centro, o guiderà un listone unico che assorbirà tutti i nomi del centro? Ancora non è chiaro il futuro del premier, Luca Ricolfi su La Stampa vaglia alcuni, possibili, scenari:

A prima vista i tre scenari non differiscono troppo tra loro, se non altro perché in tutti e tre il presidente del Consiglio si terrebbe prudentemente a distanza dai due schieramenti della conservazione, la destra guidata da Berlusconi e la sinistra guidata da Bersani. Ma questa affinità fra i vari scenari non deve trarre in inganno, perché le conseguenze elettorali prevedibili nei tre casi sono molto diverse. Nello scenario A, con Monti che resta davvero neutrale e non autorizza nessuna lista a usare il suo marchio, le chances elettorali dei centristi à la CasiniFini-Rutelli sono modestissime.

Vediamo dunque gli altri due scenari, con Monti in campo. Se Monti ci mette la faccia e si fa capire dalla gente, allora le possibilità del centro aumentano drasticamente. Diciamo che, anziché prendere il 7-8%, le liste di centro potrebbero prendere il doppio, se non di più. Ma quanto di più? Qui le cose si fanno interessanti. Perché i meccanismi che entreranno in azione sono almeno tre. Primo meccanismo: il prestigio personale di Monti. Monti è un magnete che può attirare pezzi della società civile, assorbire movimenti in formazione, scongelare elettori tentati dal non voto. Da solo, vale almeno 6-7 punti. E siamo già al 15%. Secondo meccanismo: il voto strategico. Se ne parla poco, ma secondo me è importantissimo.

Se il presidente del Consiglio sarà in campo, lo scontro fra Bersani e Berlusconi passerà in secondo piano, e sarà sostituito dalla competizione fra Bersani e Monti. L’elettore di destra, spaventato dalla prospettiva di un governo Bersani-Vendola, sarà tentato di dare il suo voto a Monti, percepito come l’unico vero possibile argine allo strapotere del centro-sinistra nel futuro Parlamento. E simmetricamente l’elettore di sinistra, spaventato dall’eventualità di un governo Bersani-Monti, ci penserà due volte prima di sprecare il suo voto con una formazione di estrema-sinistra, che finirebbe per sottrarre voti a Bersani e aiutare i suoi avversari di centro-destra.

Difficile dire quanto l’elettorato italiano sia ancora attratto dal «voto del cuore» (scelgo il partito che mi piace di più), e quanto sia invece già approdato al voto «strategico» (scelgo calcolando le conseguenze politiche del mio voto). Resta il fatto che il voto strategico gioca a favore di Monti. C’è un terzo meccanismo, infine. Un meccanismo che i politici sottovalutano quasi sempre, e contro il quale vanno inesorabilmente a cozzare. Un meccanismo complesso e sottile, ma che rende radicalmente diversi lo scenario B (diverse liste montiane) e lo scenario C (un unico listone Monti).