Acqua non potabile in Alto Friuli, protesta il sindaco di Tarvisio

Pubblicato il 12 Ottobre 2009 - 02:15 OLTRE 6 MESI FA

Vasche degli acquedotti troppo sporche che contaminano l’acqua. Anche nel civile Friuli i rubinetti fanno sgorgare acqua imbevibile. Il Comune di Tarvisio si rivolge direttamente a Carniacque, la società che gestisce il servizio idrico in Alto Friuli.

Renato Carlantoni, sindaco della cittadina, ha scritto una lettera: «Ho appena firmato un’ordinanza di revoca di non potabilità dell’acqua che riguardava gli abitati di Coccau e Tarvisio Centrale. E non si è trattato di un episodio isolato. Per questo – ha aggiunto il primo cittadino – la scorsa settimana ho incontrato i vertici dell’Azienda sanitaria per capire il motivo di controlli così frequenti e soprattutto la necessità di vietare l’utilizzo dell’acqua senza prima bollirla. Credo che sia indispensabile trovare uno strumento in grado di superare questa situazione, che non soltanto porta il sottoscritto a firmare ordinanze sempre più spesso, come previsto dalla normativa, ma soprattutto causa diversi disagi alla popolazione locale».

A volte  l’ordinanza di non potabilità dell’acqua deve essere firmata anche se non sussiste un reale pericolo per la salute della cittadinanza: «Molto spesso – ha spiegato Carlantoni – accade che i parametri che garantiscono la potabilità dell’acqua siano modificati da una foglia secca o da un elemento naturale innocuo per l’uomo. Però come sindaco ho l’obbligo di firmare un’ordinanza per non incorrere in conseguenze penali. Questo nonostante il grande disagio che si crea per la popolazione. Anche perché tra analisi e contro-analisi, passano sempre quasi due mesi prima che sia possibile revocare l’ordinanza».

Il vero problema è che le vasche di captazione sono all’aperto, e, per questo, è frequente che una foglia possa far variare i parametri: «In accordo con l’Azienda sanitaria – ha continuato il sindaco – chiediamo a Carniacque di intervenire con più frequenza con la pulizia e la clororizzazione delle acque. In questo modo, anche con parametri fuori norma, si accorcerebbero notevolmente i tempi per l’annullamento dell’ordinanza, perché tra un prelievo e l’altro le vasche sarebbero ripulite».