AUMENTANO NEL MONDO ESECUZIONI CAPITALI, IN CINA L’85%, ESCALATION IN IRAN

Pubblicato il 24 Luglio 2008 - 22:37 OLTRE 6 MESI FA

Forca La Cina è il «primatista delle esecuzioni» nel mondo, che tuttavia negli ultimi mesi sarebbero diminuite probabilmente solo a causa delle prossime Olimpiadi di Pechino. È quanto emerge dal rapporto 2008 sulla pena di morte di ‘Nessuno Tocchi Caino’, che ricorda come sul podio dei primi tre paesi che nel 2007 hanno compiuto più esecuzioni ci sono Cina, Iran e Arabia Saudita (l’elenco). Nel Paese che ospiterà i giochi ci sono state nel 2007 almeno 5mila esecuzioni, circa l’85% del totale mondiale (6mila secondo la Fondazione Dui Hua, che ha comunque stimato una riduzione pari a un 25-30 per cento rispetto all’anno precedente). Il governo cinese si era infatti impegnato con il Comitato olimpico internazionale, al momento dell’assegnazione dei Giochi, a migliorare gli standard dei diritti umani. Nel Paese, comunque, la pena di morte continua ad essere considerata un segreto di Stato.

LE CONDANNE – In Cina, in base alla riforma entrata in vigore il 1° gennaio 2007, ogni condanna a morte emessa da tribunali di grado inferiore deve essere rivista da tre giudici della Corte Suprema, che hanno il compito di controllare fatti, norme applicate e procedure seguite, oltre a fare il raffronto con i precedenti. La stessa Corte Suprema, l’unica a conoscere il numero esatto delle esecuzioni, ha inoltre comunicato di aver annullato il 15% delle condanne emesse dai tribunali di grado inferiore nel 2007 e nei primi sei mesi del 2008, «per circostanze non chiare alla base del giudizio di colpevolezza, prove insufficienti, pena inappropriata, procedure illegali e altri motivi».

IRAN E ARABIA – Per quanto riguarda l’Iran, nel 2007 «almeno 355 persone sono state messe a morte, un terzo in più rispetto al 2006». Un Paese il cui ordinamento prevede anche «torture, amputazioni degli arti, fustigazioni e altre punizioni crudeli, disumane, degradanti». L’Arabia Saudita ha invece il primato di esecuzioni capitali «in percentuale sulla popolazione», afferma il rapporto, ricordando le 166 esecuzioni del 2007, più che quadruplicate rispetto al 2006, e le 65 nei primi sei mesi del 2008. «La rigida interpretazione delle legge islamica fatta dall’Arabia Saudita», ricorda il rapporto, prescrive la pena di morte «per omicidio, stupro, rapina armata, traffico di droga, stregoneria, adulterio, sodomia, omosessualità, rapina su autostrada, sabotaggio, apostasia (rinuncia alla religione islamica)».

PRODI: MORATORIA – «Nell’anno delle Olimpiadi ci aspettiamo dalla Cina una attenzione maggiore e un avvicinamento all’obiettivo che vogliamo raggiungere, vale a dire la moratoria sulla pena di morte» ha commentato l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi prendendo la parola alla cerimonia per la consegna del premio ‘Abolizionista dell’anno 2008’, promosso da ‘Nessuno tocchi Caino’. Prodi, a cui è stato assegnato il premio per l’impegno culminato nella moratoria alla pena di morte votata lo scorso anno dalle Nazioni Unite, ha sottolineato che si è trattato di «un risultato collettivo» dovuto a un lavoro costante mai visto nella politica italiana. Prodi ha aggiunto che lo sciopero della fame di Marco Pannella contro la probabile condanna a morte dell’ex numero due del regime iracheno, Tareq Aziz, «è una battaglia giusta». «Dopo la moratoria l’obiettivo è l’abolizione del segreto di Stato nelle nazioni che la applicano» ha aggiunto Sergio D’Elia, segretario di ‘Nessuno Tocchi Caino’.

ASIA RECORD – Nel sottolineare che «l’evoluzione positiva verso l’abolizione delle esecuzioni nel mondo da oltre dieci anni si è confermata» anche negli ultimi mesi, il testo ricorda l’approvazione, il 18 dicembre 2007, da parte dell’assemblea generale Onu di una risoluzione presentata dall’Italia e da altri 86 paesi, che chiede agli Stati membri di stabilire una moratoria delle esecuzioni, in vista dell’abolizione della pena di morte. Risoluzione che «per la prima volta stabilisce il principio fondamentale che la pena di morte attiene alle questioni del rispetto dei diritti umani e il suo superamento ne rappresenta un importante progresso». Ancora una volta, comunque, l’Asia si è confermata essere il continente dove si pratica la quasi totalità della pena di morte nel mondo: «Se contiamo che in Cina vi sono state almeno 5mila esecuzioni (anche se diminuite rispetto all’anno precedente), il dato complessivo del 2007 per il continente corrisponde ad almeno 5.782 esecuzioni, in netto aumento rispetto al 2006 quando erano state almeno 5.492 e al 2005 (almeno 5.413)».

USA ED EUROPA – «Le Americhe, prosegue il testo, sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per gli Stati Uniti, l’unico Paese del continente che ha compiuto esecuzioni nel 2007: 42 le persone giustiziate (erano state 53 nel 2006 e 60 nel 2005)». In Africa nel 2007 la pena di morte è stata eseguita in 7 Paesi: Botswana (almeno 1), Egitto (numero imprecisato), Etiopia (1), Guinea Equatoriale (3), Libia (almeno 9), Somalia (almeno 5) e Sudan (almeno 7). Registrate almeno 26 esecuzioni contro le 87 del 2006 e le 19 del 2005 effettuate in tutto il continente. In Europa, la Bielorussia continua a costituire l’unica eccezione in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte. Almeno una esecuzione è stata effettuata nel 2007 e altre tre nei primi mesi del 2008. La Russia, infine, è impegnata ad abolire la pena di morte in quanto membro del Consiglio d’Europa e, nel frattempo, attua una moratoria delle esecuzioni.

VERSO L’ABOLIZIONE – Sono nove i Paesi che nel 2007 e nei primi sei mesi del 2008 si sono distinti per avere fatto passi verso l’abolizione di diritto o di fatto della pena di morte: Ruanda, Kirghizistan, Uzbekistan, Comore, Corea del Sud, Guyana, Zambia, Isole Cook e Albania. Sul fronte opposto, solo due Stati, Afghanistan ed Etiopia, hanno ripreso a praticare la condanna capitale. In Francia e Italia la pena di morte è stata cancellata anche dalla Costituzione nel 2007, mentre il New Jersey è diventato il primo Stato della federazione americana in 40 anni ad abolire la pena di morte. Il parlamento del Guatemala ha approvato una legge che pone fine alla moratoria delle esecuzioni capitali in atto dal 2002 e negli Stati Uniti il South Dakota ha effettuato la prima esecuzione dopo 60 anni di sospensione.

DODICI MINORENNI – Infine sono almeno 12 i minorenni giustiziati nel 2007: almeno sette in Iran, tre in Arabia Saudita, uno in Pakistan e uno in Yemen. Nel 2006, le esecuzioni di minori erano state almeno otto, di cui sette in Iran e una in Pakistan. Alla data del 1° luglio 2008, almeno tre minori sono stati giustiziati in Iran. Come ricorda il rapporto di ‘Nessuno Tocchi Caino’ applicare la pena di morte a persone con meno di 18 anni al momento del reato è in aperto contrasto con quanto stabilito dal Patto internazionale sui diritti civili e politici e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo.