Basta con i giovani! Noi di mezza età e pensionati siamo gli indignati

di Teresa Badessi
Pubblicato il 16 Ottobre 2011 - 23:06 OLTRE 6 MESI FA

Se volete capire perché il mondo va alla rovescia, non avete che da leggere i giornali. Ma forse non ve ne renderete conto, perché ormai anche voi siete travolti tutti da questo ottuso e insensato giovanilismo che tutti ci avvolge e travolge.

Forse anche voi, mamme e papà di figli senza il lavoro che vorreste e che gli avete inculcato di volere, sognate un’Italia piena di lavori inutili in cui vedete i vostri amati pargoli dietro scrivanie spoglie di ogni carta, ma con un bel computer per navigare su internet e giocare ai videogames.

Ma io che sono, come si sarebbe detto una volta, una zitella quarantenne, non precaria, lo ammetto, ma solo grazie a anni di studio precoce e duro lavoro, bene io proprio non vi sopporto e non li sopporto questi Draghi [Mario, quasi ex governatore della Banca d’Italia e quasi presidente della Banca europea] che prima scrivono di licenziare e tagliare l’occupazione e poi dicono che quelli che si chiamano, non so a che titolo, indignati, hanno ragione.

Né sopporto quelli che, per un titolo su un giornale o una citazione in agenzia, gli vanno dietro: tipo Passera [Corrado, amministratore delegato di Intesa San Paolo] o Montezemolo [Luca, presidente della Ferrari, aspirante primo ministro].

Tutti si preoccupano dei giovani, dei diritti dei giovani, del futuro dei giovani. Ma di quelli che più giovani non sono, che vivono con pensioni su cui quei giovani indignati sputano, rifiutando lavori che rendono anche di più, ma a quegli anziani, diciamola la sporca parola, chi ci pensa?

Hanno lavorato per una vita: casalinghe, operai, impiegati e anche dirigenti. Hanno dato il sangue per i figli, per fortuna solo quello morale e non  quello fisico, perché da più di 60 in Europa non ci sono state guerre.

Certo, alcuni di loro in pensione ci sono andati molto presto, come i ferrovieri, quelli dell’Alitalia e anche i giornalisti, ma questo era frutto della forza sindacale (piloti), della benevolenza del Duce (giornalisti), del fatto che eravamo tutti avvolti dalle morbide braccia dello stato sociale, quando questo serviva per svuotare la carica rivoluzionaria dopoguerra.

Ma sono solo alcuni e i loro privilegi non possono fare dimenticare gli anni di duro lavoro nell’edilizia, nella siderurgia, nella metalmeccanica, nella chimica e quant’altro, da parte della maggior parte degli italiani ormai over.

Ora che lo stato sociale è in via di smantellamento, ci vogliono anche mandare i pensione sempre più tardi, perché più tardi sarà più probabilità ci saranno che siamo nel frattempo morti e gli istituti di previdenza debbano sborsare meno pensioni.

Ma se ci obbligano a lavorare, come si libereranno i posti sicuri e garantiti che noi ora occupiamo e che invece questi indignati concupiscono?  Questi ci vogliono buttar fuori, quelli ci vogliono tenere dentro.

Ma questo è un altro discorso. Quello che non mi va giù che tutti siano lì a corteggiare questi giovani e che nessuno invece si fermi a chiedere a noi, che ormai abbiamo superato il mezzo del cammino della vita entrando tutti interi nella terza età: come vi sentite cari? avete richieste, lamentele, rimostranze, rivendicazioni? Nessuno a noi ci pensa, sapendo bene che se ci mettessimo a manifestare la nostra di indignazione, la nostra di frustrazione, la nostra di delusione, saremmo magari un po’ ridicoli e patetici nel nostro giovanilistico tentativo di protesta, ma potete anche stare certi che le nostre urla arriverebbero al cielo, senza bisogno di bombe.