CROLLA RYANAIR, CARO PETROLIO METTE IN CRISI LE LOW COST

Pubblicato il 29 Luglio 2008 - 00:59 OLTRE 6 MESI FA

Ryanair Una giornata da dimenticare per Ryanair, che lunedì in un colpo solo ha affrontato una trimestrale dai record negativi, un conseguente tonfo in Borsa e una multa da 54 mila euro per pubblicità ingannevole. Sui conti, le spie d’allarme erano state lanciate già qualche tempo fa, quando la compagnia guidata dall’eclettico Michael O’Leary aveva «congelato » premi e paghe di 46 senior manager. Lunedì Ryanair ha chiuso il trimestre (aprile- giugno) con l’utile in calo dell’85% a 21 milioni di euro e un crollo in Borsa (-22%) che ha condizionato tutti i titoli del settore. Il caro petrolio costa tanto alla low cost irlandese (+93% rispetto al 2007) che rischia di chiudere l’anno 2008/2009 con una perdita pari a 60 milioni di euro.

In «rosso», circostanza mai verificatasi da quando il titolo è approdato alla Borsa di Londra nel 1997. I 21 milioni di euro di utile contro i 138,9 dello scorso anno, sono un bel peso per il vettore low cost, che ieri ha fatto sapere che «ormai il combustibile rappresenta la metà delle spese affrontate dalla compagnia (contro il 36% di un anno fa)». Una crisi generalizzata che non ha saputo evitare nemmeno una delle più famose low cost. «Le condizioni di mercato sono state difficili nel secondo trimestre — ha commentato Michael O`Leary — per l’assenza della Pasqua nel suddetto periodo e l’impatto degli alti costi del petrolio.

Il prezzo del greggio è quasi raddoppiato dai 61 ai 117 dollari al barile e le previsioni per il resto dell’anno con l’emergere della recessione economica in Gran Bretagna e Irlanda dipenderanno dai prezzi del carburante a cui noi risponderemo con una politica di prezzo aggressiva». E infatti, come nel suo stile, l’amministratore delegato della compagnia ha subito cercato di aggiustare il tiro annunciando «contro la crisi finanziaria internazionale un taglio medio del 5% nel costo dei suoi biglietti» promettendo in futuro «abbondanza di prezzi stracciati».

Solo poco dopo è arrivata dall’Antitrust la condanna a pagare una multa di 54.100 euro per pubblicità ingannevole. Quale? Per i collegamenti da Roma, Pisa, Milano e Venezia «a partire da 10 euro, solo andata, tasse incluse » dell’aprile 2007, in cui la compagnia non aveva specificato i costi aggiuntivi relativi al pagamento con carta di credito. L’Authority ha specificato che in questo modo il prezzo finale «poteva risultare sensibilmente diverso da quello prospettato in pubblicità».