GIUSTIZIA: LA RESA DEI CONTI

Pubblicato il 2 Luglio 2008 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera pubblica un commento di Massimo Franco sul braccio di ferro sulla giustizia intitolato ”Il Cavaliere sta vincendo. L’obiettivo finale e’ piegare i magistrati”. Lo riportiamo di seguito:

”Il miracolo di equilibrio compiuto da Giorgio Napolitano forse non basterà. Il capo dello Stato è riuscito a mettere d’accordo quasi tutti, con una lettera calibratissima inviata ieri al Csm poco prima dell’inizio della seduta. Ma Silvio Berlusconi si prepara ad andare in tv domani sera per dire «pacatamente e serenamente» che «la giustizia è una vera emergenza».

E, con parole quasi offensive, ha ridotto l’iniziativa del Quirinale ad un sì alle pressioni dei presidenti di Senato e Camera. Risultato: Napolitano ha dovuto precisare che si è mosso in autonomia; ed il fronte rimane apertissimo, perché la gaffe istituzionale rivela la strategia berlusconiana di marcare il confine fra potere politico e sistema giudiziario. Si tratta di segnali che fanno prevedere tensioni crescenti. Il presidente della Repubblica ha fatto molto per arginarle. Gli è arrivato il plauso del Pdl per avere «invitato il Csm a non esprimersi sulla costituzionalità delle leggi», riconosce il ministro della Giustizia, Angelo Alfano. Walter Veltroni ha avallato «le parole e lo spirito della sua lettera», nonostante l’imbarazzo del Pd. L’unico a masticare amaro è sembrato Antonio Di Pietro, convinto che Napolitano non dovrebbe firmare la legge con cui si sospendono alcuni processi. «Ma», concede, «rispetterò qualunque sua decisione». Sono parole un po’ d’ufficio: anche perché fra Di Pietro e il Pd si è aperto il fronte della manifestazione dell’8 luglio, bollata da Veltroni come «un regalo al premier». La loro alleanza è visibilmente in crisi. Ma il vero contrasto, seppure larvato, si delinea fra palazzo Chigi e Quirinale.

Le parole di Berlusconi sull’accoglimento da parte di Napolitano delle richieste fattegli lunedì da Renato Schifani e Gianfranco Fini, tendono a mostrare un capo dello Stato accerchiato. È come se le alte cariche parlamentari adesso si muovessero apertamente come portavoci della maggioranza. E nella sua conferenza stampa ad Acerra per l’emergenza dei rifiuti, Berlusconi ieri ha accreditato le pressioni sul capo dello Stato. Ci sarebbe stato una sorta di «avvertimento» sulle conseguenze di un parere di incostituzionalità da parte del Csm: sia sul decreto che sospende alcuni processi, compreso quello che vede imputato il premier; sia sulla norma che vieta la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche: l’argomento che Berlusconi vuole affrontare domani in tv. Per di più, il Cavaliere ipotizza un decreto da fare entrare in vigore subito: ipotesi che per il Pd è una provocazione, ma porta acqua al mulino di Di Pietro, secondo il quale il Cavaliere ha fretta perché conosce il contenuto di alcune telefonate. Così, il Csm accoglie quasi all’unanimità i suggerimenti di Napolitano; e in serata boccia il cosiddetto «blocca-processi» come «irrazionale», senza pronunciarsi sulla sua costituzionalità. Ma il conflitto lievita ugualmente. Il sospetto fondato è che Berlusconi non voglia chiuderlo: almeno fino a quando non riterrà di avere vinto la resa dei conti”.