IL GOVERNO CI RIPENSA: ”MODIFICHE A NORMA SU ASSEGNI SOCIALI”

Pubblicato il 29 Luglio 2008 - 07:22 OLTRE 6 MESI FA

LaDeputati_pdl  maggioranza ci ripensa sulla questione degli assegni sociali. Il governo presenterà un emendamento al Senato per modificare la norma introdotta alla Camera che metteva a rischio l’assegno sociale per circa 800 mila cittadini.


Lo ha dichiarato il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, per il quale la «norma sugli assegni sociali contenuta nel decreto legge collegato alla manovra sarà modificata». Ma su come e se il provvedimento verrà cambiato nascevano subito dopo la dichiarazione di Vito le prime incertezze nella formazione di governo.

VEGAS – Sulla questione interveniva successivamente infatti il sottosegretario all’Economia Giuseppe Vegas il quale specificava: «Le modifiche apportate alla Camera all’articolo 20 in tema di assegno sociale non ne mutano la destinazione, che concerne esclusivamente i cittadini extracomunitari. I limiti alla concessione dell’assegno non riguardano pertanto nè i cittadini italiani nè tanto meno le casalinghe». Vegas, tornava a chiarire così la portata della norma della manovra finanziaria sugli assegni sociali al centro del dibattito politico.«In ogni caso la volontá del legislatore, Governo e Parlamento, è inequivoca in materia. Tale interpretazione autentica verrà ribadita immediatamente al Senato» aggiungeva Vegas. «Se sarà necessaria una correzione di quello che può essere un fraintendimento – ha spiegato – la correggeremo, ma comunque non c’è nessuna preoccupazione da parte dei cittadini italiani, tantomeno delle casalinghe» concludeva il sottosegretario all’Economia.

SACCONI – E poco dopo interveniva anche il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi. «La necessaria correzione – che già ieri avevamo auspicato – della norma relativa ai criteri di erogazione dell’assegno sociale dovrà ora conciliare la doverosa esigenza di impedire gli eventuali abusi da parte di cittadini extracomunitari con quella di mantenere una prestazione che si configura come un reddito di ultima istanza per persone anziane che per varie ragioni non hanno potuto accumulare adeguati versamenti contributivi» affermava, in una nota, Sacconi.