L’OMBRA DEL TERRORISMO SULLE OLIMPIADI DI PECHINO

Pubblicato il 4 Agosto 2008 - 07:49 OLTRE 6 MESI FA

di Archangel

A poche ore dall’apertura delle Olimpiadi di Pechino 2008 almeno sedici poliziotti sono rimasti uccisi e 16 feriti in un attentato contro un commissariato di Kashgar nello Xinjiang, la regione nordoccidentale cinese a maggioranza musulmana abitata dagli Uiguri. Nella regione opera un gruppo di terroristi che reclama l’indipendenza. Per il Comitato olimpico internazionale (Cio) non è possibile al momento stabilire se vi sia un legame fra l’attentato e i Giochi Olimpici. «Non possiamo fornire una reazione immediata sull’attentato – ha detto un portavoce del Cio – Ma per quanto riguarda i Giochi, abbiamo fiducia nel fatto che le autorità cinesi stanno facendo tutto ciò che è umanamente possibile per assicurare che l’Olimpiade si svolga nella massima sicurezza». Inoltre, ha aggiunto il portavoce, «si tratta di un incidente avvenuto in una regione della Cina e non si deve stabilire automaticamente un legame con i Giochi». Buffa la reazione del Cio. Si capisce che tutto si deve fare per non alimentare la paura di altri attacchi terroristici, ma la realta’ cinese e’ quella che e’, con minoranze oppresse ed uno stato di polizia pervasivo ed implacabile. In tante zone della Cina ci sono problemi sociali, legati agli espropri delle terre o delle vecchie case per far posto ai nuovi progetti o altri problemi locali. «Si potrebbero verificare dei casi di imitazione», afferma il professor Li Wei, dell’ Istituto per le Relazioni Internazionali Contemporanee, uno dei massimi esperti di terrorismo della Cina. Il professore ha rilevato che a partire dal 2000 gli attacchi terroristici riconducibili a gruppi di musulmani Uiguri sono piuttosto rari, dopo aver toccato un picco negli anni novanta. Ma quello di Kashgar, secondo Li, è un attacco «tipico del terrorismo islamico internazionale», e ”potrebbero esserci altri attentati, soprattuto ora che con le Olimpiadi la Cina avrà la massima esposizione mediatica mondiale”. In base a queste considerazioni sembra ingenuo ritenere che l’attentato nello Xinjjang (che gli indipendentisti chiamano Turkestan Orientale) sia avvenuto solo per caso a ridosso dei giorni in cui la Cina andra’ in scena sulle televisioni globali. Quale occasione migliore per propagandare a suon di bombe le rivendicazioni di terroristi, combattenti per la liberta’, indipendentisti e quanti soggiacciono al giogo di Pechino? Queste sono gia’ state definite le Olimpiadi della censura. Ora rischiano anche di diventare le Olimpiadi della paura.