MORMA BLOCCA-PROCESSI, IL CSM FRENA E OFFRE UNA TREGUA

Pubblicato il 24 Giugno 2008 - 00:58| Aggiornato il 13 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Mancino_napolitano Svelenire il clima, raffreddare gli animi, parole d’ordine che hanno segnato la giornata al Csm, il giorno dopo le tensioni del week-end seguite alle anticipazioni della bozza di parere al dl sicurezza, in particolare quel giudizio di incostituzionalità sulla norma che sospende i processi per i reati puniti con meno di 10 anni che ha provocato l’intervento del Quirinale.

Ragioni di «opportunità» hanno spinto, così, ad una doppia mossa. Innanzitutto, a rinviare di 24 ore la discussione in Sesta Commissione sul documento al quale finora hanno lavorato “soltanto” due relatori. Il confronto con i colleghi non è neppure iniziato, meglio – è stata la scelta unanime – aspettare il voto di domani al Senato sul dl per discutere pacatamente su una materia «complessa e delicata», facendo di tutto per arrivare ad una soluzione il più possibile condivisa. «Era inutile, in una situazione tesa, dare la sensazione che volevamo correre, e quasi anticipare il Senato – si spiega dalla Commissione -. Domani ci sarà un testo definitivo e dunque ci è parso più prudente e costruttivo non far precipitare le cose e arrivare a una discussione più pacata».

Atteggiamento che ha ispirato anche le decisioni sull’altro “fronte” aperto a Palazzo dei Marescialli: la pratica a tutela dei giudici milanesi del processo Mills accusati dal presidente del Consiglio di agire «per finalità politiche». La Prima Commissione ha deciso, su richiesta del consigliere laico del centrodestra Gianfranco Anedda, che per ora verranno acquisiti alcuni documenti: la copia del resoconto stenografico della seduta del Senato durante la quale il presidente Schifani ha dato lettura della missiva inviata da Berlusconi, l’istanza di ricusazione del giudice Nicoletta Gandus presentata il giorno dopo dai legali del premier, il parere del pg di Milano che ha giudicato “inammissibile” la ricusazione stessa. I tempi per una presa di posizione sulle accuse di Berlusconi si allungano, se ne riparlerà a fine settimana, se tutto va bene.

Le due decisioni di oggi, di fatto, rendono evidente l’obiettivo di lasciar “decantare” la situazione: di entrambe le questioni, sulle quali negli ultimi giorni sembrava che a Palazzo dei Marescialli si volesse imprimere un’accelerazione, non si discuterà infatti in plenum questa settimana. E al rasserenamento del clima contribuisce anche Silvio Berlusconi “congelando” l’annunciata conferenza stampa contro le toghe milanesi. Almeno in attesa di vedere le prossime mosse del Csm. Perché quello che gli uomini vicini al presidente si aspettano adesso è che nel parere che sarà espresso dall’organo di autogoverno della magistratura non ci siano quelle che vengono definite «invasioni di campo» rispetto alla sovranità del Parlamento: dunque che non si parli di incostituzionalità.

Ma nella “tregua” con le toghe non rientra la decisione di presentare il “Lodo bis” (la riedizione aggiornata e corretta della proposta Schifani del giugno 2003) per bloccare i processi alle alte cariche dello Stato, su cui è al lavoro il ministero della Giustizia. Il provvedimento non dovrebbe tuttavia arrivare in Consiglio dei ministri questa settimana, bensì la prossima.