NAPOLITANO AUTORIZZA DDL SU ALTE CARICHE: DI PIETRO, ”DITTATURA ALLE PORTE”

Pubblicato il 2 Luglio 2008 - 07:41 OLTRE 6 MESI FA

Napolitano_pensoso2 Sulla giustizia il governo tira dritto e incassa una doppia vittoria. Il decreto sicurezza, contenente anche la norma blocca-processi, va avanti. Alla Camera la maggioranza ha infatti respinto le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dall’opposizione. Hanno votato contro 302 deputati, a favore 265.

E questa mattina il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato. A quanto si apprende in ambienti del Quirinale, punto di riferimento per la decisione del Capo dello Stato è stata la sentenza numero 24 del 2004 con cui la Corte costituzionale dichiarò l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge numero 140 del 20 giugno 2003 che prevedeva la sospensione dei processi che investissero le alte cariche dello Stato.

Ma a far discutere è ancora Antonio Di Pietro. Secondo l’ex pm il disegno di legge per la conversione del decreto sicurezza «ha in sè tutti i parametri per una dittatura alle porte». Il leader dell’Italia dei Valori, è durissimo nei confronti del «presidente del Consiglio che non c’è» e, illustrando le pregiudiziali di costituzionalità al dl alla Camera, dice chiaro e tondo che Berlusconi «ha raggirato il presidente della Repubblica» facendo inserire la norma blocca-processi «da un suo dipendente» in un testo «con cui non c’entra niente». Di Pietro apostrofa il premier definendolo un «incallito furbacchione» che utilizza «il decreto per farsi i cavoli suoi».

Dà battaglia anche il Pd, che ha deciso di presentare un centinaio di emendamenti al decreto sicurezza. Ed è stata una mattinata di colloqui, a più riprese, tra il segretario del Pd Walter Veltroni ed il leader Udc Pier Ferdinando Casini. Insorgono anche i centristi che definiscono la norma "blocca-processi" «un’amnistia occulta». Michele Vietti, vicecapogruppo dell’Udc alla Camera, si rivolge direttamente al governo. «Abbiate il coraggio di stralciare la norma. Date prova di coraggio e onestà e si potrebbe riannodare il discorso per una norma sull’immunità compatibile con la Costituzione. Se farete questo gesto di lungimiranza noi siamo pronti a votare questo decreto. Noi non possiamo permettere di bruciare la credibilità delle istituzioni».

Tra gli esponenti della maggioranza, invece, tiene banco il parere negativo approvato dal Csm sul decreto sicurezza. Secondo il vice capogruppo del Pdl Enrico La Loggia, «il Csm avrebbe fatto bene ad astenersi». Entranto nel merito del provvedimento, La Loggia ha ribadito che «da parte nostra non ci può essere nessun cedimento nel garantire la sovranità popolare e le sue scelte». Mentre Italo Bocchino, presidente vicario del Gruppo Pdl alla Camera, critica le parole del vicepresidente del Csm: «Sbaglia Mancino a dire che la politica è infastidita da un Csm autonomo. La politica e i cittadini sono infastiditi dall’atteggiamento di certi togati, spesso politicizzati, che si sono dati l’obiettivo di travalicare i confini delle loro funzioni per condizionare il potere legislativo. E’ inaccettabile il menefreghismo mostrato dal Csm nei confronti di Napolitano».