NAPOLITANO: ”NON SPETTA AL CSM UN VAGLIO DI COSTITUZIONALITA”’

Pubblicato il 1 Luglio 2008 - 13:06 OLTRE 6 MESI FA

Napolitano_pensoso2 Nessuno scandalo se il Csm si esprime con un parere sul dl "blocca processi", ma è pure chiaro che al Consiglio superiore della Magistratura non spetta una sorta di "vaglio di costituzionalità". Il suo parere non può interferire in alcun modo con i lavori del Parlamento che è sovrano e farà ciò che vorrà.

La lettera a Mancino. Giorgio Napolitano scrive al vicepresidente del Csm in apertura della seduta del plenum che esaminerà il parere sul dl da consegnare al ministro della Giustizia. Ad una settimana dalle indiscrezioni sul presunto parere negativo che la sesta commissione stava redigendo al decreto, e alle proteste di Mancino che si era lamentato per le fughe di notizie, il Capo dello Stato scrive al suo vice per sciogliere le polemiche dei giorni scorsi ed esprimere la sua piena comprensione per il disagio manifestato da Mancino dinanzi alla fuga di notizie: "Il suo severo richiamo di tale regola è da me fortemente condiviso".

"Distinzione dei ruoli e rispetto reciproco". Nella speranza di raffreddare i toni e scongiurare un conflitto istituzionale, il Presidente ha aggiunto: "Confido che non si dia adito a confusioni e quindi a facili polemiche in proposito. La distinzione dei ruoli e il rispetto reciproco, il senso del limite e un costante sforzo di leale cooperazione, sono condizioni essenziali".

Apprezzamento da Senato e Camera. Parole che sono state accolte con favore dai vertici di Camera e Senato. In un comunicato congiunto, Gianfranco Fini e Renato Schifani hanno mostrato apprezzamento per la lettera di Napolitano: "Con l’equilibrio che unanimemente gli è riconosciuto – precisano entrambi i presidenti delle due Camere ricevuti ieri al Quirinale – Napolitano è riuscito a fare chiarezza sui limiti entro i quali, nel rispetto della Costituzione, il Csm può esprimere pareri circa i provvedimenti all’esame delle Assemblee legislative".

Mancino: "Non siamo una terza Camera". Si è detto concorde con le parole del Presidente della Repubblica anche Nicola Mancino che in apertura del plenum straordinario, ha detto: Il Csm "non è e non vuole essere una terza Camera", ma rivendica il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura "il diritto di essere ciò che siamo e ciò che il legislatore ci impone di essere. Abbiamo ben presenti i confini e la portata delle nostre competenze: non siamo un organo istituito per decidere la legittimità costituzionale delle leggi, e chi denuncia questo sconfinamento in realtà espone ad un grave rischio il Csm".