OBAMA A LONDRA VEDE BROWN E BLAIR, MCCAIN SALE NEI SONDAGGI

Pubblicato il 26 Luglio 2008 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA

Obama_londra Il candidato democratico alla Casa Bianca Barack Obama è arrivato ieri sera a Londra, ultima tappa del suo viaggio in Medio Oriente e in Europa.
Il senatore americano è arrivato nella capitale britannica dopo una visita a Parigi, dove ha incontrato il presidente francese Nicolas Sarkozy e ringraziato la Francia per il suo impegno militare in Afghanistan.

Barack Obama ha incontrato stamani l’ex-primo ministro britannico Tony Blair in un grande albergo nel centro di Londra, all’inizio dell’ultima tappa del suo viaggio all’estero come candidato democratico alle presidenziali Usa. Dopo Blair, con cui ha discusso di Medio Oriente e di cambiamento climatico, il senatore dell’Illinois si è recato al numero 10 di Downing Street, dal traballante primo ministro Gordon Brown, a forte rischio di defenestrazione dopo la devastante sconfitta all’elezione suppletiva di giovedì a Glasgow est. Né Blair (mediatore internazionale per il Medio Oriente e di recente molto attivo sul tema del cambiamento climatico) né Obama hanno rilasciato dichiarazioni dopo aver fatto assieme la prima colazione: hanno entrambi lasciato l’albergo da un’uscita di servizio.

Obama concluderà la breve tappa londinese (in tono minore rispetto all’oceanico bagno di folla a Berlino e all’entusiasmo con cui è stato ricevuto ieri all’Eliseo dal presidente francese Nicolas Sarkozy) incontrando il leader conservatore David Cameron nella pittoresca cornice del parlamento di Westminster. Nessuna conferenza-stampa alla fine dei colloqui con Brown, incentrati su Iraq e Afghanistan: il primo ministro ha deciso di riservare a Obama lo stesso trattamento protocollare che ha avuto il candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain, quando ha compiuto a marzo un’analoga visita a Londra.

MI ASPETTO NATO PIU’ COINVOLTA  – Per Obama, è l’Afghanistan il teatro della "guerra che si deve vincere" e per questo se lui diventasse presidente degli Stati Uniti chiederebbe una modifica delle regole d’ingaggio. "Perché – ha detto – la guerra al terrorismo è una guerra contro cui tutti i Paesi devono sentirsi coinvolti".

Dopo essere stato accolto prima a Berlino dal cancelliere tedesco Angela Merkel, poi a Parigi dal presidente francese, Nicolas Sarkozy, Obama prima dell’incontro di oggi a Londra con il premier inglese, Gordon Brown, ha rilanciato in questi termini in serata la necessità che la Nato sia più coinvolta nella guerra in Afghanistan In una intervista alla CNN, il candidato democratico ha detto che in Afghanistan i rischi di "connessioni sempre più forti tra taleban e il terrorismo internazionale di Al Qaida" sono evidenti.

Dunque è lì che bisogna intervenire, per una guerra "che si deve vincere" e che deve coinvolgere maggiormente la Nato. Per farlo è necessario però che vengano modificate le regole d’ingaggio, ed è appunto quello che lui intende chiedere se diventasse presidente degli Stati Uniti. Non solo a suo avviso occorreranno almeno due brigate Usa in più, ma sarà necessario un impegno crescente dell’Alleanza Atlantica, in modo tale da permettere ai soldati Nato di "combattere". Obama non ha voluto fare numeri su un eventuale maggiore contributo della Nato in Afghanistan.

Intanto il rivale repubblicano di Obama, John McCain, sale nei sondaggi. Secondo il Wall Street Journal-Nbc il 58 per cento degli elettori si «identifica con i valori» di McCain e solo il 47 per cento con quelli Obama. È una tendenza ribadita dai recuperi dell’ex pilota in Stati decisivi come Minnesota, Michigan, Colorado e Wisconsin.

Per il favorito Obama si tratta di campanelli d’allarme. Il New York Times lamenta «contenuti vaghi», il Los Angeles Times lo avverte che «in America perde terreno» e il New York Sun lo irride: «Si sente un cittadino del mondo? Si candidi a Segretario dell’Onu, non a presidente». In tale cornice per la conservatrice Fox tv – primo network nazionale – è facile infierire, rammentando che a finanziare Obama «dieci volte più di McCain» sono gli “euro-yanks”, gli americani espatriati in Europa dal patriottismo assai dubbio. Per il veterano del Vietnam col gusto della battuta irlandese tutto ciò significa che vestire i panni dell’outsider gli consente di tenere la sfida aperta. E anche di mettere a segno colpi inattesi: come l’incontro col Dalai Lama sui diritti in Cina, alla vigilia delle Olimpiadi, mentre Barack era sui gradini dell’Eliseo a scherzare con Sarkozy di fronte a decine di paparazzi.