PAPA: CRISI ALIMENTARE CAUSATA DA SPECULAZIONI

Pubblicato il 11 Dicembre 2008 - 16:48 OLTRE 6 MESI FA

Papa_standing L’attuale crisi alimentare "mette a repentaglio il soddisfacimento dei bisogni di base" ed è "caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad esso e da fenomeni speculativi". L’appello di Benedetto XVI affinché venga garantito a tutti l’accesso al cibo è contenuto nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2009 presentato questa mattina in Vaticano.

La crisi alimentare è provocata da "fenomeni speculativi e quindi da carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze". "La malnutrizione – sottolinea il Papa – può anche provocare gravi danni psicofisici alle popolazioni, privando molte persone delle energie necessarie per uscire, senza speciali aiuti, dalla loro situazione di povertà. E questo – continua il Papa nell’appello – contribuisce ad allargare la forbice delle disuguaglianze, provocando reazioni che rischiano di diventare violente. I dati sull’andamento della povertà relativa negli ultimi decenni indicano tutti un aumento del divario tra ricchi e poveri".

Il pontefice individua nelle "cause principali di tale fenomeno" da una parte "il cambiamento tecnologico, i cui benefici si concentrano nella fascia più alta della distribuzione del reddito e, dall’altra, la dinamica dei prezzi dei prodotti industriali, che crescono molto più velocemente dei prezzi dei prodotti agricoli e delle materie prime in possesso dei paesi più poveri.
Capita così – ammonisce Ratzinger – che la maggior parte della popolazione dei paesi più poveri soffra di una doppia marginalizzazione, in termini sia di redditi più bassi sia di prezzi più alti".

Per "governare la globalizzazione", spiega il Pontefice, occorre "una forte solidarietà globale tra Paesi ricchi e Paesi poveri, nonché all’interno dei singoli Paesi, anche se ricchi".

Nel ragionamento del Papa, rimane centrale lo sviluppo demografico, causa non di povertà ma potenziale fattore di evoluzione. In questo senso Ratzinger ribadisce la sua condanna dell’aborto e delle politiche demografiche selettive: "Lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l’eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani". Quanto al rapporto tra sovrappopolazione e povertà, il Papa ribalta la tesi: "I Paesi che di recente si sono affacciati sulla scena internazionale come nuove potenze economiche hanno conosciuto un rapido sviluppo proprio grazie all’elevato numero dei loro abitanti". "Inoltre – sottolinea il testo – tra le Nazioni maggiormente sviluppate quelle con gli indici di natalità maggiori godono di migliori potenzialità di sviluppo. In altri termini, la popolazione sta confermandosi come una ricchezza e non come un fattore di povertà".