Pedaggi: Consiglio di Stato respinge il ricorso del Governo e dell’Anas e conferma lo stop agli aumenti

Pubblicato il 1 Settembre 2010 - 11:07| Aggiornato il 2 Settembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Per il Consiglio di Stato la decisione del Tar del Lazio circa lo stop dell’aumento dei pedaggi autostradali non è da estendere a tutto il territorio nazionale. Secondo la IV sezione del Consiglio di Stato – che ha comunque respinto il ricorso della Presidenza del Consiglio che chiedeva il ripristino degli aumenti – l’ordinanza con la quale il Tar del Lazio il 29 luglio scorso ha bloccato l’aumento dei pedaggi autostradali ”deve essere interpretata nel senso di riferirsi non all’intero territorio nazionale, ma solo ai singoli segmenti stradali interessanti gli ambiti spaziali degli enti territoriali ricorrenti”. Il ricorso al Tar Lazio era stato presentato dalla Provincia di Roma, da quelle di Pescara e di Rieti e da alcuni comuni dell’hinterland romano.

La maggiorazione tariffaria scattata il primo luglio era stata decisa con la manovra economica a favore dell’Anas per tagliare la spesa annuale del ministero dell’Economia nei confronti dell’azienda controllata che si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria di strade e autostrade. Il 29 luglio scorso il Tar del Lazio – a cui avevano fatto ricorso la Provincia di Roma, quella di Rieti e quella di Pescara, alcuni Comuni del territorio romano e il Codacons – aveva sospeso il decreto e il 3 agosto il Consiglio di Stato aveva confermato la decisione con un decreto cautelare.

Gli aumenti erano da uno a due euro (a seconda della classe di pedaggio) ed erano stati pagati ai 26 caselli della rete autostradale che si interconnettono con le superstrade e i raccordi in gestione diretta Anas, fra cui il Gra di Roma. Gli 83 milioni di euro che l’Anas aveva stimato di incassare nella seconda metà di quest’anno (200 milioni nel 2011) dagli automobilisti saranno recuperati con un taglio lineare alle risorse previste per i ministeri, secondo quanto stabilito dal Consiglio dei ministri.

Dopo la decisione  del Consiglio di Stato il Codacons osserva che ”è evidente come ora le maggiori somme pagate ai caselli debbano essere restituite agli automobilisti, altrimenti si configurerebbero veri e propri reati a danno degli utenti”. Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi sottolinea che ”il Governo deve studiare dei meccanismi di rimborso automatico in favore di quei cittadini che, utilizzando le infrastrutture stradali, hanno subito ingiusti incrementi tariffari, ritenuti illegittimi sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. Se ciò non avverrà – avverte Rienzi – siamo pronti ad intentare una class action in favore degli automobilisti che già da oggi possono fornire la propria pre-adesione all’iniziativa compilando il modulo pubblicato sul blog www.carlorienzi.it”.

”Qualora poi, come si vocifera in ambienti bene informati, il Governo decidesse di fare il furbo e di aggirare le disposizioni dei Tribunali mediante un apposito decreto legge – conclude Rienzi – non esiteremo non solo a far annullare il decreto dalla Corte Costituzionale, ma immediatamente denunceremo alla Procura della Repubblica i ministri che voteranno a favore del decreto legge in Consiglio dei Ministri, per truffa aggravata e inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”.