SI’ DEFINITIVO DEL SENATO ALL’IMMUNITA’ PER LE ALTE CARICHE

Pubblicato il 22 Luglio 2008 - 13:15 OLTRE 6 MESI FA

Senato_aula_2 L’aula di Palazzo Madama ha approvato senza modifiche, con 171 voti favorevoli (Pdl, Lega e Mpa), 128 contrari (Pd e Idv) e 6 astenuti (Udc), il lodo Alfano, il disegno di legge che sospende i procedimenti penali nei confronti delle quattro più alte cariche dello Stato (i presidenti della Repubblica, dei due rami del parlamento e del consiglio) per la durata del loro mandato.

«L’urgenza del Lodo Alfano ci è stata rimproverata come una colpa: diciamolo chiaramente in quest’Aula, il ddl non è troppo o poco urgente, è giusto e lo stiamo facendo». Il ministro della Giustizia Angelino Alfano difende in Senato il disegno di legge che prevede l’immunità per le alte cariche dello Stato. Un provvedimento urgente, ha aggiunto, quanto «l’abolizione dell’Ici o come la scelta di anticipare i termini della manovra economica, avendo trovato un paese in ginocchio». Proteste dai banchi dell’opposizione, ma lui prosegue: «Il Dpef era diventato in passato un genere letterario e noi lo abbiamo trasformato in misure al servizio del paese per contrastare la crisi». Il lodo Alfano è inoltre «un testo sobrio e ben calibrato rispetto ai principi e ai valori costituzionali, nonché in linea con numerose normative di altri ordinamenti occidentali».

LEGGE ORDINARIA – Il Guardasigilli ha replicato alle accuse dell’opposizione di aver fatto un disegno di legge ordinario su un tema come quello che garantisce la sospensione di eventuali processi penali per le alte cariche dello Stato che è di natura costituzionale, data la sua rilevanza, perché considerato in conflitto con l’articolo 3 della Costituzione che stabilisce che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. «Si tratta – ha detto Alfano – di un disegno che stabilisce la sospensione del procedimento penale e questo è possibile farlo con una legge ordinaria. I processi sono sospesi e la legge introduce un limite preciso e ineliminabile: la fine della legislatura».

APPELLO AI «RIFORMISTI» – Alfano allarga poi il discorso alla riforma della giustizia («appuntamento in autunno»), auspicando che sia «condivisa» da quei settori «riformisti, più ragionevoli dell’opposizione». Se l’atteggiamento sarà invece di chiusura, ha aggiunto Alfano, allora l’opposizione riformista cederà alla tentazione di «coccolare l’antiberlusconismo». Oggi, ha sottolineato – «la linea di confine tra riformatori e conservatori è segnata dalla giustizia». La riforma, anticipa il responsabile del ministero di via Arenula, riguarderà il processo civile, quello penale, e il sistema carceri
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