STRAGE BOLOGNA: LA PIAZZA FISCHIA COFFERATI E ROTONDI

Pubblicato il 2 Agosto 2008 - 06:52 OLTRE 6 MESI FA

Bologna_striscione Si sono aperte  le celebrazioni per ricordare le 85 vittime della strage di Bologna di ventotto anni fa. Ed e’ tornato il sereno tra il governo e il Comune, dopo la bufera di ieri e gli scontri per l’assenza del guardasigilli Angelino Alfano. Ma la contestazione non si fa attendere: dalla piazza si levano i fischi. Prima contro Cofferati e poi, più forti, contro il ministro Rotondi. E mentre il rappresentante dell’esecutivo continua a parlare, alcune centinaia di persone se ne vanno.

La stretta di mano Cofferati-Rotondi. Stamattina una calorosa stretta di mano tra il sindaco Sergio Cofferati e il ministro per l’Attuazione del programma ha messo la parola "fine" sulle polemiche innescate da una frase dell’assessore comunale agli Affari istituzionali Libero Mancuso, che aveva spinto Rotondi a mettere in discussione la sua presenza. "Grazie di esserci", sono le prime parole del presidente dell’Associazione familiari delle vittime Paolo Bolognesi. Che prima della commemorazione aveva invitato, invano, a "evitare le polemiche, i fischi e fare in modo che oggi sia un giorno del ricordo in cui tutte le forze politiche sono unite per ricordare le vittime".

Il chiarimento con l’assessore. "Mi dispiace che sia avvenuto questo incidente, sono convinto che non avrà nessuna conseguenza su questa manifestazione". Queste le parole di Mancuso, che aveva definito Rotondi "incolore". Prima, l’ironia del ministro, che sottolinea di avere tutti i colori, il bianco della Dc e l’azzurro del Pdl a cui ha aderito. "Nella mia tavolozza mi manca solo il rosso", aveva scherzato.

La contestazione della piazza. "Non mi disturbano i fischi, che ringrazio, sono i soli che mi considerano un ministro". Gianfranco Rotondi allude proprio a Mancuso quando, dal palco in piazza Medaglie d’oro, commenta le contestazioni contro di lui. "Io non rappresento una parte politica, ma il governo di questo paese, il governo di una repubblica nata dalla Resistenza". Cerca di placare gli animi Rotondi, ma i fischi continuano insistenti e cominciano le defezioni. "Ci rivediamo in autunno": le Rappresentanze sindacali di base alzano lo striscione rosso. Rifondazione comunista se ne va. Così come alcune centinaia di persone. Smorza invece i toni Cofferati, che commenta: "Una cosa molto contenuta. Io sono molto contento anche delle cose che ha detto il ministro". Anche Bolognesi non nasconde di ritenere tutto sommato positivo l’intervento di Rotondi e parla di "parole equilibrate".

"Richieste legittime, risponderemo". Prima della commemorazione il ministro aveva assicurato che il governo affiancherà la magistratura per individuare i mandanti della strage di Bologna. "Il governo è impegnato ad affiancare al tavolo tecnico, che dovrà corrispondere alle legittime richieste ancora purtroppo attuali dei parenti delle vittime, un tavolo politico-istituzionale che intende corrispondere esattamente a queste aspettative".

Le parole del capo dello Stato. Il presidente della Repubblica stamattina ha inviato un messaggio all’Associazione familiari delle vittime, dove ricorda "gli ottantacinque morti e gli oltre duecento feriti della strage nella stazione di Bologna il 2 agosto 1980". "Occorre coltivare un dovere della memoria" e utilizzarlo per difendere i "valori di democrazia, libertà e giustizia", è il monito. Poi aggiunge: "Il 9 maggio scorso, in occasione del ‘Giorno della Memoria’ dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, ho ritenuto opportuno promuovere una pubblicazione nella quale compaiono i volti e sono descritti i percorsi di vita di tutte le vittime innocenti dei diversi episodi di matrice terroristica". Gli applausi della piazza hanno accolto la lettura del messaggio del capo dello Stato.

I messaggi di Fini, Schifani e Berlusconi. Il presidente della Camera dei deputati, nel messaggio inviato al sindaco e a Bolognesi, auspica che "dopo tanti anni si dissolvano le zone d’ombra che hanno suscitato perplessità crescenti nell’opinione pubblica intorno all’accertamento della verità sulla strage". Questo, sostiene Fini, "sarebbe un servizio prezioso reso alla democrazia del nostro Paese". Il premier Berlusconi invita a "tenere alta la guardia contro il terrorismo", mentre il presidente del Senato Schifani osserva che "il valore di una nazione, la sua stabilità, la sua solidità morale e civile, risiedono proprio nella capacità della società di reagire dinanzi a queste terribili vicende".