Alessandro Di Battista: “Potrei non ricandidarmi nel 2018. M5s, obiettivo 30%”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Marzo 2014 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA
Alessandro Di Battista: "Potrei non ricandidarmi nel 2018. M5s, obiettivo 30%"

Alessandro DI Battista (foto Lapresse)

ROMA – Alessandro Di Battista, uno dei “leader in pectore” del Movimento 5 Stelle in Parlamento, dice che potrebbe non ricandidarsi nel 2018. Dipende, dice, se l’attuale legislatura andrà in porto, se arriverà cioè al 2018. Di Battista, intervistato da Jacopo Iacoboni su La Stampa, dice anche che l’obiettivo di M5s alle elezioni europee è quello di superare il 30%.

Di Battista parla dai propri errori, tra cui la lite con Speranza (capogruppo Pd) che gli viene ricordato dal giornalista:

«Riguardandomi ho capito che ero fuori giri, avevo perso il controllo, e non ne sono affatto contento. Ma la battaglia era giusta, quella la rifarei: ci hanno negato il riconteggio dei voti, violano le procedure della democrazia, e attaccano noi sulle forme. Diventa tutto un gioco comunicativo, spesso falsato. E lo dice uno che ha un sogno: fare il reporter. E lo farò, perché se la legislatura dura fino al 2018, io non mi ricandiderò».

Ecco invece la parte dell’intervista relativa all’euro (visto che siamo in prossimità delle europee):

Quindi niente uscita dall’euro?

«Se la Germania non accetta gli eurobond, che esca la Germania. Né al Consiglio né alla commissione c’è il veto previsto, per esempio, all’Onu. Il voto tedesco vale quanto quello della Grecia. Sfidiamo Renzi, faccia una grande iniziativa europea su questo. Lui definisce “anacronistico” il 3 per cento, ma va da Merkel e non dice niente».

Lamentate che Renzi vi ruba dei temi, questo però dovrebbe porvi un problemapolitico, o no?

«Per noi il problema non è chi si prende la paternità, è che Renzi poi quelle cose non le fa».

Qualche carta non la potevate andare a vedere?Magari le province, parzialmente tagliate?

«In realtà non erano neanche tagliate a metà. Ed è così su tutto; i renziani erano contro gli F35, che però sono ancora lì; erano per la mozione elettorale Giachetti, che però non votarono; erano per l’amnistia, e poi sono diventati contro. Non sono credibili».

Di solito i politici abbassano l’asticella della previsione, così comunque vada dicono che hanno vinto.

«Noi non abbiamo il problema del consenso, non vogliamo fare politica a vita. La mia speranza anzi è sfondare quota 30 per cento; ma credo che saremo comunque più alti del 25,5. A quel punto chiederemo al governo di dimettersi, e ai cittadini di circondare il Parlamento».