M5S, Giovanna Mangili: perché si è dimessa davvero

Pubblicato il 18 Marzo 2013 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA
Giovanna Mangili

ROMA – Dimessa il primo giorno di lavori delle Camere. La senatrice (ormai ex) del Movimento 5 Stelle Giovanna Mangili ha spiegato brevemente il perché del gesto: “Motivi familiari”, spiegazione asciutta e decisamente poco esauriente. Ma dietro il gesto ci sarebbero attacchi e accuse di inciucio, persino invidie interne al Movimento tra i vari candidati in lista. Mangili, infatti, è sposata con Walter Mio, a sua volta consigliere 5 Stelle al Comune di Cesano Maderno. E pare che la doppia elezione familiare non sia piaciuta ad altri attivisti.

Dopo le dimissioni Mio ha scritto su Facebook: “Alle accuse di inciuci, presunte impossibili ridicole cordate e parentopoli brianzole abbiamo deciso di rispondere con un gesto forte e chiaro: le dimissioni da senatrice di mia moglie Giovanna Mangili. Abbiamo aspettato l’ufficialità della notizia volutamente”. La decisione delle dimissioni è stata presa “per ridare dignità personale ad una persona che ha sopportato in silenzio attacchi per non danneggiare un movimento che ha sempre sostenuto e che sempre sosterrà. Un modo deciso ed inequivocabile per dimostrare a quanti hanno sparso veleno sul desiderio di facili poltrone famigliari”.

Attacchi e pressioni riconosciuti anche da Vito Crimi, capogruppo 5 Stelle alla Camera: “Nessun accordo, nessuna cordata. Giovanna Mangili non ha retto alle pressioni, agli attacchi, alle forti illazioni. Ma la sua elezione è completamente regolare. Giovanna Mangili resta nel movimento ed io le sono molto amico. Ma c’è qualcuno che evidentemente soffre per non essere arrivato primo” spiega tuttavia Crimi che rimanda quindi a mere questioni di ‘gelosie’ interne la decisione sulle dimissioni. ”Ci sono questioni che quando vengono dall’interno fanno male anche se arrivano da persone che hanno evidentemente dei problemi” dice ancora Crimi che spiega anche come mai la senatrice, nonostante avesse meno voti di lui risultasse prima al Senato. ”Era stabilito sin dall’inizio che chi veniva eletto in Lombardia 1 sarebbe stato primo, chi in Lombardia 2 secondo e chi in Lombardia 3 terzo: per questo Mangili, eletta in Lombardia 1, era prima al Senato” spiega ancora Crimi ricordando, tra l’altro, che per le ‘parlamentarie’ le ‘circoscrizioni’ erano diverse e dunque, ”è normale che chi si presenta a Milano ha meno voti di chi si presenta a Monza..”. Insomma, la questione era nata e risolta da tempo: era stata accantonata per evitare strumentalizzazioni e Pittau sarebbe subentrata a Mangili nel momento opportuno, iniziando da subito a lavorare con il gruppo di senatori M5S.