M5s. Piccarozzi querela Lombardi per aggressione: “Beppe Grillo è testimone”

Pubblicato il 4 Aprile 2013 - 12:11| Aggiornato il 12 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Luigi Piccarozzi, avvocato attivista del Movimento 5 stelle, ha querelato Roberta Lombardi con l’accusa di aggressione, scrive Libero quotidiano. La capogruppo M5s alla Camera e altri attivisti a lei vicini avrebbero aggredito Piccarozzi, reo di aver preso parte alla riunione riservata dell’11 gennaio a cui era stato invitato da Beppe Grillo.Per questo motivo proprio il leader di M5s viene citato dall’esposto di Piccarozzi, depositato il 17 gennaio 2013, come testimone dell’aggressione.

Cristiana Lodi su Libero scrive che Piccarozzi, avvocato tributarista, patrocinante in Cassazione e giornalista romano, era stato invitato da Beppe Grillo a prendere parte alla riunione per la presentazione del simbolo di M5s al Viminale:

“Il comico ha dato incarico a Piccarozzi e ad altri due avvocati: «Francesco Bellocchio del Foro di Milano e Alberto Ciannavei del Foro di Roma», si legge nelle carte, «di guidarlo nella ratifica dell’atto di significazione del simbolo da depositare al Viminale e nella diffida- ricusazione di alcuni simboli- pirata»”.

Piccarozzi, scrive Libero, è un attivista che ha redatto alcuni punti del programma di M5s tra cui l’abolizione di Equitalia, l’impignorabilità della prima casa e l’abbreviazione dei processi a massimo 2 anni.

Per la Lombardi e altri attivisti la presenza di Piccarozzi non è gradita, scrive Libero quotidiano:

“La “portavoce” alla Camera, avrebbe cominciato a storcere il naso già durante la conferenza stampa che ha preceduto l’assemblea fra Grillo e gli avvocati. Dice il querelante: “Ilaria Loquenzi, sollecitata dalla Lombardi di cui è collaboratrice, ha tentato di impedire il mio ingresso alla conferenza spingendomi fuori, all’indietro, mettendomi una mano sul petto”.

Secondo quanto affermato da Piccarozzi nemmeno l‘intervento di Grillo in suo favore avrebbe placato la Lombardi:

“«Grillo in persona mi invitava alla riunione con i due legali. Prima di cominciare si avvicinava la Lombardi facendo alzare dal tavolo l’avvocato Ciannavei e ordinandogli di allontanarmi, adducendo che la mia presenza non era gradita. Questo nonostante Grillo si opponesse, dicendo a Ciannavei di consegnarmi la bozza di lavoro (…). Non essendo riuscita ad allontanarmi, la Lombardi irrompeva per la seconda volta nella sala riservata, stavolta accompagnata da Dante Santacroce, suo collaboratore e attivista M5s Roma, candidato alla Regione Lazio. I due si sono diretti verso di me e il Santacroce mi afferrava in maniera decisiva e violenta, mentre ero seduto al tavolo. Mi strattonava e tirava per farmi alzare e allontanare dalla riunione gridando testuali parole: “Tu non puoi stare qui, devi andartene. Hai capito? Altrimenti sono guai”. Frasi pronunciate anche dalla Lombardi, che era alterata. Grillo ha ordinato che io restassi, invitando Lombardi e Santacroce ad allontanarsi”.

La riunione si conclude ma non l’aggressione, scrive Libero. Nell’esposto, riporta Libero, la Lombardi insieme ad altri attivisti M5s avrebbe seguito Piccarozzi nella hall dell’hotel Rex:

“Terminata la riunione, appena Grillo è andato nella propria stanza, io e un mio collaboratore di studio siamo stati accerchiati nella hall dell’hotel. Erano almeno dieci, tutti appartenenti al M5s. Fra loro c’erano: Pietro Calabrese, Dante Santacroce, Andrea Aquilino (tutti e tre candidati alla Regine Lazio); Nicoletta Ferraro, più altri attivisti.

In particolare Calabrese si è avvicinato in modo minaccioso a pochi centimetri dal mio volto, puntandomi un dito sul naso e dicendomi: “Te accio vedè io come ce se comporta nel Movimento, perché qui decidemo noi”. E il Calabrese, aggredendomi, ha urlato: “Perché tu hai fatto la diffida…”(…)La Ferraro mi intimava di stare zitto(…). Mentre Aquilotti mi contestava di aver partecipato a poche riunioni. Non contento il Calabrese mi minacciava: L’hai fatto grossa, adesso te famo vedè noi”.

Secondo la dichiarazione di Piccarozzi a “salvarlo” sarebbe stato il personale dell’hotel. Ma le minacce sarebbero continuate anche il 15 gennaio, quando un uomo si sarebbe presentato fuori dallo studio di Piccarozzi:

“La tasca del soprabito rigonfiata da un oggetto(…). L’uomo, accortosi di essere stato fotografato dal querelante è fuggito in direzione Largo Sarti; ripreso dalle telecamere”.

Ora l’avvocato e giornalista Piccarozzi chiede che la giustizia intervenga. La replica ufficiale della Lombardi, scrive Libero, non è arrivata:

“In ambienti M5s si dice che la deputata stia presentando la controquerela. Chissà se anche lei citerà Beppe Grillo come testimone”.