Ruby, Ambra e Chiara tra Priapo e palpate raccontano il bunga bunga. Pm: “Deposizioni importanti”

Pubblicato il 14 Aprile 2011 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

Ambra Battilana

MILANO – Una non riesce a trovare un posto di lavoro come ”commessa” e l’altra ha ”seri problemi” a scuola dopo che sui mass media di tutta Italia, in pieno Rubygate, il loro nome è stato associato ”al termine prostituta” per aver partecipato a una festa ad Arcore dove, dicono, il loro comportamento è ”stato di tutt’altro genere” e da dove se ne sono andate ”sconvolte”.

Lo scrivono Chiara Danese e Ambra Battilana nella lettera con cui hanno spiegato ai magistrati il motivo che le ha spinte prima a consegnare una memoria su quel che è accaduto la sera dello scorso 22 agosto a villa San Martino e, poi, a chiedere di mettere a verbale quanto avrebbero visto: dagli spogliarelli, a un gioco hot con una statuetta di Priapo fino al ‘bunga bunga’.

E così l’inchiesta sul caso Ruby, che vede Silvio Berlusconi già a processo per concussione e prostituzione minorile, ha due nuovi super testimoni: le loro dichiarazioni sono ritenute dalla Procura di Milano ”molto importanti per il contesto” perché, anche se non ”aggiungono nulla di nuovo”, rafforzano il quadro accusatorio. Dichiarazioni che hanno lasciato il premier ”deluso e disgustato” e che, definite dai suoi difensori ”destituite di ogni fondamento”, hanno portato Emilio Fede, a sporgere querela alla Procura di Brescia contro le due giovani.

Indicato da Chiara e Ambra come colui che quella sera le avrebbe portate nella residenza del capo del Governo, non senza fare, in particolare a Chiara, ”carezze insistenti”, il direttore del TG 4 sostiene che le loro affermazioni ”sono assolutamente false e gravemente denigratorie” nei suoi confronti e nei confronti delle altre persone citate nelle loro deposizioni.

Dopo la decisione delle due ragazze di uscire dal coro delle altre 44 ospiti ad Arcore Ruby compresa, (tante ne hanno contate gli inquirenti), negli ambienti giudiziari non si esclude che ci possa essere un ‘effetto domino’: e cioè che altre, anche loro convinte di veder riabilitato’ il loro nome, scelgano di farsi avanti e raccontare quel che hanno vissuto in quelle serate.

Chiara e Ambra, lunedì scorso, giorno in cui Berlusconi, in aula al processo Mediaset, ha definito le accuse mosse nei suoi confronti (anche per il caso Ruby ) ”risibili, demenziale e frutto di fantasia”, hanno spiegato ai pm la loro ”verità” assicurando, visto che il legale di una di loro è senatore dell’Idv, di non aver fatto alcuna scelta di ”tipo politico” bensì spontanea: hanno descritto nei minimi dettagli quello a cui hanno assistito la sera del 22 agosto, dove a parte un uomo alto, il premier e Fede – che le avrebbe incontrate il giorno prima per un lavoro da meteorine – erano attorniati da una quindicina di giovani che semi nude o nude, oppure vestite da infermiere con frusta in mano, a un certo punto hanno iniziato ”a fare e farsi fare effusioni particolarmente erotiche”, con tanto di ”toccata veloce” nella ”zona intima” del Presidente del Consiglio, il quale a un certo punto è sembrato ”brillo”.

E con loro due che ”spaventate” hanno sopportato pesanti avances ma si sono rifiutate di partecipare a una ”cosa del genere”: ”Eravamo ormai terrorizzate” e pertanto hanno chiesto di andare via.