Berlusconi chiede ai giudici più spazio. Inizierà il 9/5 coi malati di Alzheimer

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Aprile 2014 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi chiede al Tribunale più agibilità per i comizi, ma rischia la diffida

Berlusconi chiede al Tribunale più agibilità per i comizi, ma rischia la diffida

ROMA – Berlusconi chiede al Tribunale più agibilità per i comizi, ma rischia la diffida. Alla casa di riposo Sacra Famiglia di Cesano Boscone Berlusconi inizierà a lavorare venerdì 9 maggio con i malati di Alzheimer. Il responsabile della struttura Paolo Pigni ha comunicato le regole d’ingaggio per l’ex premier: “In Sacra Famiglia né Silvio Berlusconi nè altri, nessuno, potrà fare campagna elettorale. Su questo saremo inflessibili, non sarà permessa alcuna attività di carattere politico e neppure dichiarazioni, comizi, banchetti o manifestazioni”.

Dovrà convincersene il Berlusconi impegnato nella rincorsa. Quella con i giudici di Milano è una guerra infinita, anche ora che la condanna è definitiva, anche ora che l’affidamento ai servizi sociali (4 ore a settimana alla casa di riposo di Cesano Boscone) gli consente di partecipare alla campagna elettorale pur senza potersi candidare. Le limitazioni cui è costretto gli vanno strette: per questo si accinge a chiedere ai giudici di sorveglianza di poter partecipare a comizi fuori dalla Lombardia, in parziale deroga alle prescrizioni che lui stesso ha da poco sottoscritto.

Che, come è noto, prevedono la più ampia agibilità di manovra dalle 6 alle 23 nel territorio della Lombardia e tre giorni la settimana (dal martedì al giovedì compresi) anche a Roma. Può criticare la sentenza che lo ha condannato, ma non può diffamare o insolentire la magistratura: anche per questo (segnala il Messaggero) l’avvocato Ghedini gli avrebbe fatto una lavata di capo dopo le sue ultime esternazioni pubbliche (l’intervista a Piazza Pulita).

La registrazione del programma è stata infatti acquisita dai giudici di sorveglianza che a questo punto potrebbero comminare una diffida per l’ex premier, una sorta di ultimo avviso, quello che in termini calcistici chiamiamo cartellino giallo. Si muove, Berlusconi, sul filo di una corda tesa, stretto tra la necessità di condurre una campagna elettorale dove deve alzare i toni per tentare l’ennesima rimonta e il rischio di un cartellino rosso che lo porterebbe dritto agli arresti domiciliari. Condizione, quest’ultima, che se da una parte farebbe contenti i partigiani del “martire della libertà” ridotto in ceppi, ne sancirebbe la definitiva paralisi politica (e mediatica).