Berlusconi: “I miei figli si sentono come ebrei al tempo di Hitler”

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Novembre 2013 - 13:15 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi: "I miei figli si sentono come ebrei al tempo di Hitler"

Berlusconi: “I miei figli si sentono come ebrei al tempo di Hitler”

ROMA  – “I miei figli dicono di sentirsi come le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo davvero tutti addosso”. E’ una delle confessioni che Silvio Berlusconi fa a Bruno Vespa per il suo nuovo libro “Sale, zucchero e caffè. L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica” in uscita per Mondadori-Rai Eri venerdì 8 novembre.

Vespa ha domandato al Cavaliere se fosse vero che i suoi figli gli hanno chiesto di mollare tutto e scappare via. E lui rievoca l’olocausto nazista, allargando le braccia, come scrive il giornalista, e precisando però di non avere alcuna intenzione di mollare:

Sono italiano al 100 per cento. In Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l’imprenditore, l’uomo di sport, il leader politico. Questo è il mio paese, il paese che amo, il paese in cui ho tutto: la mia famiglia, i miei amici, le aziende, la mia casa, e dove ho avuto successo come studente, come imprenditore, come uomo di sport e come uomo di Stato”.

E allora, fa una pausa poi riprende: “Non prendo neppure in considerazione la possibilità di lasciare l’Italia”. Vespa lo incalza e chiede se è vero che in origine la sua tentazione sia stata quella di farsi rinchiudere agli arresti domiciliari pur di non chiedere niente a nessuno e sottolineare l’ingiustizia della sua condanna

“Il primo sentimento – risponde Berlusconi – è stato di non volerci credere, che fosse impossibile che capitasse a me tutto questo, e da lì il rifiuto di prendere in considerazione qualsiasi ipotesi, perché tutte sarebbero comunque ingiuste. Sono stato assalito da una profonda indignazione, che da allora non mi ha lasciato mai. Ho molto pensato a quanto soffrirebbero mio padre e mia madre se fossero qui. E mi sono chiesto come avrebbero voluto che mi comportassi. Credo con la stessa dignità che mi hanno sempre insegnato”.