Berlusconi smentisce: “Non è vero che odio Dudù”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Aprile 2015 - 16:58 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi smentisce: "Non è vero che odio Dudù"

Dudù e Dudina, i barboncini di Berlusconi

ROMA – Sul quotidiano La Stampa Ugo Magri ha scritto un ritratto del tramonto di Silvio Berlusconi, tramonto politico molto particolareggiato (e profondamente amaro) che il diretto interessato si è sentito di smentire solo in un punto: “Non è vero che odio Dudù”. Come dire che tutto il resto è vero? Mercoledì pomeriggio il leader di Forza Italia ha diffuso un comunicato, eccolo:

“In un articolo pubblicato oggi su la Stampa con il titolo I nemici di destra di Silvio, mi vengono attribuite, virgolettandole, frasi assurde e completamente inventate. Tra queste, in particolare, ce n’è una su una mia presunta insofferenza per gli ormai famosi Dudù e Dudina e per gli animali in genere, che smentisco con la massima fermezza”.

“Cosa dire, cosa fare? Ogni giorno ormai – lamenta il leader di Fi – vengono pubblicate mie frasi virgolettate che sono l’opposto di quel che io penso, dico e faccio. Davvero la deontologia professionale dei giornalisti è da considerarsi un ferro vecchio arcaico e superato?”.

In realtà Magri dice ben altro, curioso che Berlusconi non si sia preso la briga di smentire tutto il resto. Quasi significativo. Ecco qualche passaggio di Magri:

Testimonia l’ex ministro Rotondi: l’epicentro è a Forza Italia. Lì si odono cose talmente orribili sul vecchio padre-padrone, giudizi così dissacratori da domandarsi come mai chi li pronuncia abbia impiegato tanto tempo a spalancare gli occhi. È considerato normale il paragone con Hitler. Nei conciliaboli la povera Mariarosaria Rossi diventa una specie di Eva Braun. La Sardoni e Furlan (Esercito di Silvio), due prototipi della Hitler-Jugend, la gioventù nazista. Fitto evoca un «triste bunker per un triste tramonto». Altri chiamano in causa Mussolini e il Ridotto della Valtellina… C’è sprezzo, forse qualcosa di più. Un senatore come D’Anna va in giro sghignazzando: «La sapete l’ultima da Arcore?». Come in tutti i regimi che crollano, personaggi eccessivi nell’amore ora vivono il sentimento opposto. E dunque Bondi se ne va dal partito denunciando la «miseria politica e morale» del berlusconismo laddove Bianconi (altro amante deluso) sceglie l’invettiva: «Silvio non ci sta più con la testa, pensa solo alle sue aziende, stanno con lui solo gli incapaci e i servi, l’hanno rovinato le donne» (non dice esattamente così, il senso è quello). Un mondo rovesciato, a polarità invertite.