Caduta di Berlusconi, Europa contro Usa: “Loro lo volevano fuori, non noi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2014 - 20:41 OLTRE 6 MESI FA
Caduta di Berlusconi, Europa contro Usa: "Loro lo volevano fuori, non noi"

Berlusconi tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel al G20 del 2011 (foto Lapresse)

BRUXELLES –  La caduta di Berlusconi “fu voluta al massimo dagli americani”, non certo “da noi”. I big dell’Unione Europea si smarcano dall’ipotesi del complotto tirata fuori da Timothy Geithner, ex ministro del Tesoro Usa.

Da Bruxelles le accuse vengono respinte in toto: “Geithner si è riferito a qualcuno altro, certamente non alle istituzioni Ue, non a Barroso, Van Rompuy o Rehn” che, in particolare a Cannes, “hanno difeso l’indipendenza dell’Italia” e “non volevano che andasse sotto amministrazione controllata, come invece chiedevano gli Usa”.

Geithner nel suo libro autobiografico ha scritto:

“Ad un certo punto, in quell’autunno, alcuni funzionari europei (nel testo scrive “officials”, parola che indica alte burocrazie o personalità legate ai governi europei, ndr) ci coinvolsero in una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i prestiti dell’Fmi all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato”.

Berlusconi da parte sua si è detto non sorpreso dalla notizia del complotto. Questo è quello che ha detto ad Alan Friedman, con il quale ha salvato solo Obama:

“Non sono sorpreso. Ho sempre dichiarato che nel 2011 nei confronti del mio governo, ma anche nei confronti del mio Paese, c’è stato tutto un movimento che era partito dal nostro interno ma poi si è esteso anche all’esterno per tentare di sostituire il mio governo, eletto dai cittadini, con un altro governo […] Già nel giugno del 2011, quando ancora non era scoppiato l’imbroglio degli spread, il Presidente della Repubblica Napolitano riceveva Monti e Passera, come è stato scritto, per scegliere i tecnici di un nuovo governo tecnico e addirittura per stilare il documento programmatico. E poi abbiamo saputo anche che ci sono state quattro successive tappe di scrittura, con l’ultima addirittura di 196 pagine […] Io avevo la contezza che stesse accadendo qualcosa e avevo anche ad un certo punto ritenuto che ci fosse una precisa regia. Al G-20 di Cannes, addirittura, amici e colleghi di altri paesi mi dissero: “Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perché sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti…” E l’ha rivelato per esempio Zapatero in un suo libro che riguardava quel periodo […] Io devo dire che Obama si comportò bene durante tutto il G20. Noi fummo chiamati dalla Merkel e Sarkozy a due riunioni in due giorni consecutivi e in queste riunioni si tentò di farmi accettare un intervento dal Fondo Monetario Internazionale. Io garantii che i nostri conti erano in ordine e non avevamo nessun bisogno di aiuti dall’esterno e rifiutai di accedere a questa offerta, che avrebbe significato colonizzare l’Italia come è stata colonizzata la Grecia, con la Troika”.