Calciomercato Milan. Kaka o Balotelli, per Berlusconi portano il 2% di voti

Pubblicato il 23 Gennaio 2013 - 18:28| Aggiornato il 12 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Non sarà più un top player, e forse dal punto di vista tecnico non sarà decisivo per le sorti del Milan. Ma Kakà per Silvio Berlusconi è un affare comunque: vale, sondaggi alla mano, fino a 2% di voti in più per il Pdl alle politiche del 24 e 25 febbraio. 

Che siano sondaggi attendibili o meno è un dettaglio: si tratta, infatti, racconta su Repubblica Enrico Currò, di rilevazioni fatte da uomini vicini a Berlusconi che avrebbero dato un responso preciso: al Milan conviene trattare a oltranza per piazzare uno dei colpi di mercato di cui si parla in questi giorni, il già citato Kakà oppure il sogno proibito Mario Balotelli.

Gli ostacoli non mancano ed in entrambi i casi sono ostacoli economici. Mario Balotelli costa uno sproposito: da Manchester, sponda City, non si muove per meno di 35 milioni. Il tutto senza considerare l’ingaggio: in tempo di fair play finanziario e squadra smantellata nel nome del nuovo corso e dei giovani davvero troppo.

L’affare Kakà, invece, è tecnicamente più fattibile. C’è il “dettaglio” che ha bloccato la trattativa: il Real dice no al prestito e ha fissato il prezzo in 15 milioni. Troppo, per il Milan. Come dimenticare, però, che quando Kakà ha fatto il percorso inverso, da Milanello a Madrid, è stato pagato 64 milioni? Il conto calcistico politico è presto fatto: 7,5 milioni di euro per ogni punto in più per il Pdl.

Berlusconi ci pensa e ha tempo fino al 31 gennaio, data di chiusura del calciomercato. I precedenti fanno sperare: in anno elettorale, (dopo il voto ma se ne parlava da mesi) arrivò al Milan Ronaldinho. Sempre per motivi elettorali, l’anno successivo, Berlusconi disse no alla cessione di Pirlo al Chelsea (col senno di poi sarebbe stato meglio, visto che poi il regista della nazionale è finito alla Juventus).