Letta alla Camera tenta di scrollarsi di dosso Berlusconi: “Basta ricatti”

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 2 Ottobre 2013 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA
Enrico Letta fa il segno della vittoria dopo il suo discorso alla Camera (LaPresse)

Enrico Letta fa il segno della vittoria dopo il suo discorso alla Camera (LaPresse)

ROMA – Silvio Berlusconi sconfitto si aggrappa ad Enrico Letta e Letta prova a scrollarselo di dosso. Il premier lo fa a partire dal suo discorso per il voto di fiducia alla Camera, nel quale ha detto: “Basta ricatti, la maggioranza ci sarebbe stata comunque, non c’è collegamento fra l’attività di governo e la giustizia”.

Tre concetti tutti rivolti a Berlusconi: ora sono più forte, con gli “alfaniani” posso fare a meno dei tuoi voti, non è che rimani dentro il governo per scatenarmi una guerriglia di ricatti quotidiani, non ti aspettare che ci occuperemo o ci preoccuperemo delle tue vicende giudiziarie.

Queste le parole di Letta:

“C’è stato un risultato come lo intendo io, che ci sarebbe stato comunque, per essere chiari fino in fondo, ed è un risultato rispetto al quale ho intenzione di lavorare mantenendo il punto fermo del fatto che non esiste un collegamento tra l’attività di governo e la giustizia.

Dopo una settimana in cui ”alcuni dentro la maggioranza hanno detto esplicitamente che preferivano il voto anticipato a fine novembre” che sarebbe stato ”un errore”, ”ora siamo qui per riprendere il filo più forti e coesi”.

”L’Italia ha bisogno che non ci siano più ricatti, tipo ‘o si fa questo o cade il governo’, anche perché si è dimostrato che il governo non cade”.

Alla fine del suo discorso Letta è euforico (oggi era in ballo non solo il destino politico di Berlusconi: lo era anche il suo. E Renzi per ora può aspettare). Il premier delle ancora larghe intese fa con le dita il segno della “V”: vittoria. Poi, davanti alla lunga standing ovation di Pd e Sc (immobili i deputati di Sel, M5S, Lega e Pdl) fa un inchino plateale, che rivolge anche ai banchi del Pdl.

Il problema è che Letta ha poco da fare V con le dita: il suo governo è ancora in piedi, ma è precario e con ogni probabilità incapace di risolvere tutti i problemi finora neanche affrontati (lavoro, tasse, legge elettorale) e che non potrà rinviare – come più o meno ha fatto finora – fino al 2015. Dovrà navigare per mari molto mossi con un carico molto pesante a bordo: la zavorra Berlusconi.