Manuela Repetti, lady Bondi, lascia Forza Italia: “Faide interne”. La lettera

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Marzo 2015 - 16:02 OLTRE 6 MESI FA
Manuela Repetti, lady Bondi, lascia Forza Italia: "Faide interne". La lettera

Manuela Repetti e Sandro Bondi (Foto Lapresse)

ROMA – Manuela Repetti, lady Bondi, lascia Forza Italia. Un addio che si aggiunge a quelli di Paolo Bonaiuti, Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto, Renato Schifani, Gianfranco Fini, Marco Follini, Pier Ferdinando Casini, Ignazio Larussa, Beatrice Lorenzin, Nunzia De Girolamo, solo per citare i nomi dei più vicini all’ex premier che lo hanno lasciato.

In una lettera al Corriere della Sera la senatrice spiega la sua decisione di lasciare Forza Italia per aderire al Gruppo Misto. Nella missiva Repetti parla di “faide interne” per “spartire l’eredità politica di Berlusconi”, di “accanimento della magistratura” nei confronti dell’ex premier e di “condizionamenti degli alleati”.

Ecco il testo della lettera al Corriere della Sera. 

“Caro direttore,

desidero spiegare in maniera pubblica e sincera le ragioni del mio dissenso politico nei confronti del partito a cui appartengo.

Da tempo, purtroppo, Forza Italia sta vivendo una profonda crisi per diversi motivi. Elenco i principali: l’azzoppamento del nostro leader, il presidente Silvio Berlusconi, con la conseguenza di un centrodestra senza più un punto di riferimento; l’arrivo di Renzi a capo del Pd, ma con una personalità politica ricca di sfumature e difficilmente incasellabile a sinistra riuscendo dunque ad attirare consenso anche al centrodestra; una vera e propria guerra interna a Forza Italia per la successione.

È soprattutto quest’ultimo punto che mi ha spinto a una seria riflessione. Ciò che sta avvenendo, infatti, è una vera e propria distruzione, con faide interne il cui unico fine è quello di spartire l’eredità politica di Berlusconi, a cominciare da coloro che gli stanno accanto e che dicono a parole di voler tutelare la sua leadership. Pur non essendo schierata con nessuno, ritengo che la serie di commissariamenti sia solo il risultato di rese di conti che daranno ancora altri frutti amari. Cose che, a mio avviso, nulla hanno a che vedere con il movimento liberale che Silvio Berlusconi ha fondato e che lui stesso non avrebbe mai consentito accadessero.

A questo si aggiunge che Forza Italia, fondata dal presidente Berlusconi per realizzare quella rivoluzione liberale tanto necessaria per modernizzare il nostro Paese, nel tempo è cambiata.
Infatti quella rivoluzione liberale è stata intrapresa solo in parte e per questo abbiamo perso consenso.

Alla base di questo fallimento vi sono diverse cause, non ultima – per dovere di obiettività – l’azione di una parte della magistratura che spesso ha agito secondo finalità politiche con un accanimento nei confronti del presidente Berlusconi, compromettendo un solido equilibrio dei poteri, necessario in ogni sana democrazia. E purtroppo nemmeno i nostri governi sono mai riusciti a realizzare una riforma della giustizia equa, non contro la magistratura, ma a favore della giustizia, dei magistrati onesti e indipendenti e di tutti i cittadini.

Un’altra ragione del fallimento sono stati i condizionamenti degli alleati che, tuttavia, continuiamo a inseguire nonostante ci siano evidenti, abissali diversità. Forza Italia è cambiata anche sul piano programmatico; assistiamo infatti a posizioni contraddittorie, spesso caratterizzate da un’accentuata difesa di interessi corporativi che nulla hanno a che fare con un programma liberale. Per non parlare dei diritti civili, dove si registrano atteggiamenti di chiusura e perfino oscurantisti.

Per finire, è ormai difficile per me riconoscermi in una classe dirigente che di fatto oggi controlla Forza Italia.

Per tutte queste ragioni, pur ringraziando il presidente Silvio Berlusconi, a cui va tutta la mia riconoscenza e il mio affetto, per la possibilità che mi ha offerto di diventare membro del Parlamento e di partecipare a un’avventura politica che è stata per me importante, ho deciso di lasciare il gruppo parlamentare di Forza Italia e di iscrivermi al Gruppo misto del Senato”.