Sequestro Spinelli: la pista del ricatto bunga bunga a Berlusconi

Pubblicato il 20 Novembre 2012 - 09:03 OLTRE 6 MESI FA
Sequestro Spinelli: la pista del ricatto bunga bunga a Berlusconi

ROMA – Un collegamento tra il rapimento del ragioniere Giuseppe Spinelli e gli ambienti baresi collegati alle ragazze che tra il 2008 e il 2009 parteciparono alle feste di palazzo Grazioli e alle vacanze organizzate a Villa Certosa? Come riporta Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera, la banda di baresi e albanesi accusata di aver sequestrato il ragioniere porterebbe proprio a questi ambienti. L’ipotesi della Sarzanini è che dietro il ricatto a Berlusconi, passato attraverso il sequestro Spinelli, non ci sia il Lodo Mondadori, bensì qualche storia compromettente relativa al bunga bunga. 

Secondo quanto detto da Spinelli ai pm, i rapitori vorrebbero soldi da parte di Berlusconi. In cambio offrono del materiale informatico che riguarda il lodo Mondadori, mostrano su un foglio di carta a Spinelli nomi di magistrati, parlano di Gianfranco Fini come di “un uomo disposto a trafficare con la magistratura per rovinare Berlusconi”. Spinelli in effetti chiama, e parla proprio con Berlusconi. Dopo la chiamata i banditi se ne vanno, ma vogliono una cifra altissima, 35 milioni di euro.

In quello che è stato definito dagli inquirenti come un “sequestro anomalo” in effetti sono tanti i lati oscuri, domande senza risposta e buchi di diverse ore nelle ricostruzioni. Inoltre sembra essere anomale proprio la dinamica del sequestro, sin dal principio. Anche perchè per un ricatto, anche a Berlusconi, può essere “controproducente” farlo attraverso un sequestro di persona.

La pista barese riportata dalla Sarzanini:

Il sequestro porta a quegli ambienti criminali collegati alle ragazze che tra il 2008 e il 2009 parteciparono alle feste di palazzo Grazioli e alle vacanze organizzate a Villa Certosa. Giovani di belle speranze, escort di professione, che nelle residenze di Silvio Berlusconi riuscirono a scattare fotografie, addirittura a registrare le conversazioni. Sono le donne reclutate a Bari insieme a Patrizia D’Addario.

E tra loro spicca Barbara Montereale, all’epoca ventitreenne fidanzata con Radames Parisi rampollo dell’omonimo clan guidato dal nonno Savino. Ma anche Lucia Rossini, che aveva una relazione con un altro affiliato. Entrambe sono diventate famose per le immagini nel bagno della residenza romana dell’allora premier dove le aveva portate, a pagamento, l’imprenditore Gianpaolo Tarantini. Entrambe erano state «agganciate» da Massimiliano Verdoscia, poi finito nella stessa inchiesta anche per spaccio di cocaina.

Montereale si rivelò testimone preziosa: fu una delle prime a raccontare che durante i festini le guardie del corpo del Presidente talvolta «stavano lì e guardavano». E sempre lei, ben prima che le indagini milanesi svelassero il «Bunga Bunga» di Arcore, parlò di decine di «ragazze straniere, soprattutto slave, invitate in Sardegna. E poi quelle vestite da Babbo Natale che si esibivano per il Presidente». È possibile che altromateriale, ben più compromettente, sia stato recuperato e poi utilizzato per ricattare Berlusconi. Che Leone sia soltanto la pedina di un gioco molto più grande di quello svelato sinora. E che abbia cercato di costringerlo a onorare un patto disatteso.

L’ipotesi del mandante riportata su Repubblica da Piero Colaprico:

Marito e moglie, dopo dodici lunghe ore di tensione, dopo le telefonate in viva voce a Berlusconi e Ghedini, dopo le tante menzogne che Spinelli deve dire («Ho visto il filmato, è autentico») alle 9 del mattino di martedì 16 vengono abbandonati a loro stessi. Senza nulla in mano, i rapitori mollano. Spinelli corre ad Arcore, parla con Berlusconi e con Ghedini, riferisce tutto e, quando torna a casa, suona il telefono: «Giuseppe, che hai deciso?», chiede una voce maschile. Lui dice che «in quei termini non era accettabile (…), che Berlusconi voleva vedere i filmati, fare una cosa poi trasparente». Il bandito, allora, «ha interrotto la telefonata con aria un po’ brusca ». Tutto qui? Cioè, un gruppo organizza un sequestro lampo, rischia, e quando emerge una difficoltà prevedibile chiude il telefono? Questa domanda si somma a un’altra: il capobanda barese a volte è andato in una stanza più appartata e secondo Spinelli «si consulta con qualcuno». Può esistere un mandante? E se c’è, a quale mondo appartiene?