ROMA – 1989, un anno memorabile: cadde il muro di Berlino, cambiò nome il Pci, nacque internet, nacque la Lega. Nel piccolo mondo dei giornali, Carlo Caracciolo e Eugenio Scalfari vendettero l’Espresso con metà di Repubblica alla Mondadori che Carlo De Benedetti credeva sua ma che Silvio Berlusconi gli strappò di mano nel modo che poi un Tribunale ha accertato.Giovanni Valentini, in quel 1989, dirigeva il settimanale l’Espresso. Trent’anni dopo, per il Fatto, ha rievocato gli eventi.
Memorabile, quell’anno, è l’esordio. Per la caduta del Muro di Berlino, innanzitutto, il fatidico 9 novembre del 1989.
Ma anche per una serie di eventi, ognuno a suo modo storico, che hanno cambiato la vita politica italiana. Nella redazione di un giornale come L’Espresso, che dirigevo già da cinque anni, li vivemmo tutti con grande partecipazione e con l’ansia professionale di chi, lavorando in un settimanale, è obbligato a “scavalcare” le notizie: cioè ad approfondirle, analizzarle e interpretarle, per offrire una chiave di lettura necessariamente diversa da quella dei quotidiani che hanno la possibilità di trattarle di giorno in giorno. E alcuni di quei fatti conquistarono di diritto la copertina, a cominciare proprio dal Muro, dalla sua storia e dalla sua fine.
“Due anni dopo, quando lasciai la direzione nel luglio del ’91, ne avremmo dedicata un’altra a Berlino e alla riunificazione della Germania divisa dal 1961, con il titolo Nostra Signora Capitale e un dossier di servizi, interviste e reportage, prefigurando la supremazia tedesca sull’Unione europea”.
L’abbattimento del muro, in seguito a una sequela di proteste popolari che indussero le autorità tedesco-orientali a riaprire le frontiere, fu indubbiamente un evento storico che cambiò la vita di tutti noi, occidentali, europei e italiani. Fino ad allora la “guerra fredda” aveva diviso il mondo in senso orizzontale fra Ovest ed Est, i Paesi del Patto Atlantico e quelli del Patto di Varsavia, il sistema capitalista e il regime comunista.
Da quel giorno in poi, il pianeta si divise in verticale, fra Nord e Sud, Paesi ricchi e Paesi poveri. Ed è il mondo in cui abitiamo tuttora, nel pieno di una crisi epocale come quella migratoria che altro non è se non un lungo e sofferto processo per il quale i poveri tendono a essere un po’ meno poveri per sopravvivere e i ricchi saranno costretti a essere un po’ meno ricchi per ridurre le disuguaglianze sociali.
La fine del Muro ha stravolto l’equilibrio mondiale, alimentando la contaminazione fra i due blocchi e di conseguenza il disordine globale. Ma quella fu comunque una svolta democratica che nell’arco di 10-15 anni riunificò le “due Germanie”, mentre noi non siamo ancora riusciti a riunificare effettivamente le “due Italie” a un secolo e mezzo dalla proclamazione dell’Unità.
“Quando andai per la prima volta a Berlino, ricorda Giovanni Valentini, dopo la caduta del Muro, da inviato di Repubblica, ebbi modo di verificare di persona che in molti campi – dalla rete elettrica a quella telefonica –l ’ex Repubblica democratica tedesca era stata avvantaggiata dalla teoria del late comer, l’ultimo arrivato, rispetto alla Repubblica federale. Eppure, il nostro povero Mezzogiorno rivendica ancora condizioni di parità rispetto al resto d’Italia e la Lega di Matteo Salvini propugna l’autonomia differenziata.
Tre giorni dopo lla caduta del muro, arrivò la svolta del vecchio Pci che era stato il più grande partito comunista dell’Occidente. Il 12 novembre del 1989, nella “rossa”Bologna, Achille Occhetto annunciò che il partito avrebbe cambiato nome, simbolo e programma politico: si sarebbe chiamato Partito democratico della Sinistra e avrebbe avuto la Quercia come emblema. Fu una mossa a sorpresa che suscitò grande disorientamento nella base, ma in realtà covava da tempo sotto le ceneri del riformismo adottato progressivamente con lungimiranza da Enrico Berlinguer.
Un altro partito aveva cambiato segretario all’inizio di quello stesso anno: la Democrazia cristiana che a febbraio scelse come leader Arnaldo Forlani, Nel frattempo, fra la Lombardia e il Veneto, quest’ultimo considerato da sempre la “Vandea bianca ”democristiana, si preparava la fondazione della Lega Nord, il partito indipendentista nato il 4 dicembre dalla fusione fra il movimento di Umberto Bossi e altri gruppi minori. Ai giorni nostri, Salvini ha abolito l’originaria denominazione settentrionale per superare la dimensione territoriale e mietere consensi anche al Centro e al Sud, ma nessuno può dimenticare le campagne del Carroccio contro “Roma ladrona”, i terroni e in particolare i napoletani che “puzzano come i cani”.
Quel fatidico 1989 fu anche l’anno in cui a marzo Sir Tim Berners-Lee presentò il documento World Wide Web: Summary che segnò l’esordio del principale servizio Internet.
E in Italia, a ottobre, entrò in vigore il nuovo Codice di procedura penale, con il passaggio dal rito inquisitorio a quello accusatorio, fondato sulla parità delle parti e sulla terzietà del giudice. Ma, è l’amara conclusione di Valentini, “sappiamo tutti che nel bene o nel male il web è ormai una realtà globale, mentre il nostro nuovo processo penale deve in effetti ancora cominciare”.