Arrogante Simona Bonafè, irriconoscibile Vannino Chiti: travolti dalle riforme

Pubblicato il 20 Gennaio 2014 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
Arrogante Simona Bonafè, irriconoscibile Vannino Chiti: travolti dalle riforme

Vannino Chiti. Il tempo lo ha cambiato. Ora pensa alle “convergenze”

In soccorso del vincitore, Matteo Renzi, con una arroganza che dà un po’ fastidio, si schiera la renziana Simona Bonafè:

 “Consultare la base del Pd sulla legge elettorale? Lo abbiamo già fatto con le primarie a cui ci siamo presentati con un preciso programma. Fassina si è vergognato per Berlusconi nella sede del Pd? Mi dispiace per lui. Io guardo ai risultati. Siamo ad un passo dalla Terza Repubblica. Si possono centrare a breve risultati come non si è fatto in 20 anni”.

Lascia un po’ di amaro invece Vannino Chiti, persona profonda e equilibrata, politico esperto e articolato che infatti esordisce dicendo:

“Mettere in guardia sui rischi di contribuire alla resurrezione politica di Berlusconi, con un asse preferenziale con Forza Italia, è giusto; sollevare riserve profonde su un eventuale premio di maggioranza eccessivo e assegnato al primo turno, senza prevedere una soglia almeno del 40% da superare, è più che fondato”.

Poi anche lui però sembra non tenere in alcun conto la Corte costituzionale:

“Sbaglierebbe la minoranza interna al Pd se facesse coincidere la sua iniziativa con la difesa a oltranza del sistema delle preferenze”.

Secondo Vannino Chiti,

“non solo la Corte Costituzionale nelle sue motivazioni ammette collegi uninominali o liste corte di collegio, ma basta guardare alle grandi democrazie europee per vedere che il sistema delle preferenze non esiste. È scarsamente compatibile con la democrazia dell’alternanza e in Italia, per la crisi dei partiti, potrebbe aggravare la decadenza morale della politica e peggiorare la selezione delle classi dirigenti”.

Chi glielo ha detto? Forse Denis Verdini. Che dolore. Una volta Vannino Chiti fece saltare la legge dell’editoria, che infatti non si realizzò mai più, perché non voleva che Denis Verdini ne fosse relatore in commissione alla Camera. Ora parla di “convergenze”. Quant’acqua sotto l’Arno…