In Italia “un bambino su sei è povero”. Ma fino a che età si è ‘bambini’?

Pubblicato il 29 Maggio 2012 - 21:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il rapporto dell’Unicef sulla povertà minorile nei Paesi industrializzati ci dice che nonostante l’Italia sia tra i 15 Paesi europei più ricchi, un bambino su sei, il 15,9% dei bambini e degli adolescenti, vive in una condizione di povertà relativa. L’altro giorno avevano detto che tre milioni di bambini italiani sono poveri. Vuol dire che su 60 milioni ci sono 18 milioni di bambini in Italia? Forse c’è qualche errore di numeri, oppure di valutazione:  a quale età non si è più bambini?

In questa classifica, l’Italia è agli ultimi posti: 29esima su 35 Paesi. E si colloca al 20° posto su 29 per i minori (13,3%) che vivono una condizione di deprivazione materiale, cioè non hanno accesso a beni ritenuti normali nelle società avanzate.

Ma c’è da fare una riflessione: un adolescente non è un bambino, eppure rientra in queste statistiche. A 17 anni diversi nostri genitori o nonni già lavoravano ed erano in qualche modo indipendenti, o comunque aiutavano le famiglie. Questo non significa che fosse un dato positivo, ma che forse non si può conteggiare un ragazzo in un analisi sulla povertà nell’infanzia. A 17 anni si può non gravare sulla famiglia, se questa è povera, e seppure la tragedia personale rimane è da inserire in altro contesto e in altra classifica.