Beppe Grillo: Pil concetto superato. Ma Casaleggio vuole Palazzo Chigi, Renzi è “ebete” ma il Pd…

di Sergio Carli
Pubblicato il 28 Aprile 2018 - 12:24 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo spettacolo Insomnia

Beppe Grillo: Pil concetto superato. Ma Casaleggio vuole Palazzo Chigi, Renzi è “ebete” ma il Pd… (foto Ansa)

Beppe Grillo spara l’ultima: “Il Pil è un concetto superato, dobbiamo guardare oltre e spiegarlo anche a Bruxelles. Lo spirito deve essere rivolto al cambiamento, la governabilità di per sé non significa niente”.

Tutti scemi tranne lui, americani e cinesi, russi e argentini, malesi e inglesi, tutti hanno il Pil come parametro del benessere e della crescita di un Paese. Per Beppe Grillo, il Prodotto interno lordo, cioè l’indice di crescita di quanto una nazione produce, è una sesquipedale (aggettivo di Gianni Brera) cazzata.

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Parla poco della politica corrente, ma con una battuta conferma la parola d’ordine dei grillini di oggi: Casaleggio vuole impadronirsi di Palazzo Chigi a tutti i costi:

“Tornare al voto entro l’estate – col che risponde indirettamente a Salvini – è una battuta che fa più ridere delle mie. Mi sembrava di essere appena uscito da un seggio elettorale”.

Coerente con l’utopia della decrescita felice, Beppe Grillo non recita a Milano, e nemmeno a Genova paradigma di decrescita anche se non troppo felice. Ma esordisce col suo nuovo tour di Imnsomnia a Casalmaggiore, provincia di Cremona, terre ricche di soldi, non si sa quanto di cultura.

Grillo nuovo Tiresia profetizza: “Le nuove generazioni sono come un gregge in corsa verso la catastrofe, non più padrone del suo [si dovrebbe dire loro: incerto se attribuire l’errore a Grillo o al redattore di Repubblica o dell’agenzia] destino. Scegliere un compagno di viaggio per governare significa riflettere su chi è più adatto a evitare che il gregge precipiti. Chi insulta, minaccia e ricatta con tivù e alleati leccapiedi pronti a tradire, non può parlare ai ragazzi di oggi”.

Tiresia, per completezza di informazione, era il mitico indovino consultato da Ulisse, Dante Alighieri lo mette nell’Inferno fra tra gli indovini nella quarta bolgia dell’ottavo cerchio dei fraudolenti nell’Inferno (XX, 40-45).

Sempre nel ruolo di indovino, Grillo aggiunge: “Mi chiedono del Pd – dice – e io non capisco di cosa parlino. Ma è nelle pieghe di un presente monolitico che il futuro si nasconde e quindi è lì che dobbiamo cercarlo”.

Per Repubblica è un’apertura a sinistra.

Capitolo Berlusconi, “Ditemelo voi, sinceramente: con Berlusconi l’Italia può sperare di entrare nel futuro?”, chiede Grillo agli esaltati e estasiati fan, che riescono anche a ridere delle sue battute e ora rispondono in coro (direttore Orietta Berti) plaudenti: “Noo”.

Grillo: “Duecento anni fa, il nano si chiamava Kant e inventava l’illuminismo. Oggi abbiamo uno psico-nano che non inventa niente. Nel cesso dove vuole mandarmi ho letto quello che potrebbe essere un ottimo programma anche per lui: lascia questo posto come lo vorresti trovare”.

Dedicate a Berlusconi, che è un po’ come sparare sulla croce rossa, se si vuole che una battuta abbia effetto basta nominarlo, anche le novità dello spettacolo, costituite da due robot. Il più avveniristico lo chiama “Dudù”, come il cane di Arcore e spiega che è “la mia badante”.

L’altro è “la nipote di Mubarak”. “Mi vede come un nazista – spiega Grillo – siamo nella psichiatria. Il suo padrone mi ha detto che devo andare a pulire i cessi di Mediaset, mi tocca sempre la stessa fine. Magari però questa volta si sbaglia”.

Insulti anche per Matteo Renzi, definito “l’ebete di una sinistra morta e senza linguaggio, senza un racconto”.

Per Salvini si limita a fare gli occhi dello sconcerto “di uno terrorizzato”.