Berlusconi: Imu riserva di caccia di voti grazie al Pd

Pubblicato il 1 Maggio 2013 - 12:59| Aggiornato il 2 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

La battaglia dell’ Imu è stata ufficialmente aperta da Berlusconi e rischia di diventare un doppio trappolone per il Pd.

1. Prima trappola: il vero obiettivo di Berlusconi non è l’ Imu, perché intanto su quel fronte ha già vinto (vedasi sotto), ma la giustizia. Avendo ormai rinunciato alla guerra contro i giudici (a differenza di Bersani, Berlusconi impara dai propri errori; e poi il tempo manca), punta a un risultato immediato. Amnistia o indulto, che si voglia, importante è fare pulizia nella sua fedina penale. Se e quando    sarà nominato senatore a vita, sarà indulgenza plenaria.

Non è facile per il Pd, che i suoi guai li ha, ma riguardano una parte del Partito (Mps, Filippo Penati). Il Pd deve anche temere la reazione della base e l’effetto boomerang già sperimentato nel 2006 da Romano Prodi con l’indulto, respinto dalla sinistra quando Berlusconi al governo voleva salvare il soldato Previti, ma approvato in tutta fretta, senza un’ora di discussione, quando a Cesare Previti l’inchiesta su Unipol affiancò Giovanni Consorte.

Un disegno di legge in proposito è stato già opportunamente presentato da un deputato del Pd, Sandro Gozi, ma a Berlusconi servono fatti concreti, mentre finora Enrico Letta (provenienza Dc, alternativa a quella Pc della parte interessata al colpo di spugna) ha fatto solo un timido accenno.

Il tempo stringe, Ruby e gli altri processi incombono, non è tempo di melina.

E allora, perché i compagni si diano una mossa, Berlusconi alza la voce. Sarebbe controproducente parlare di giustizia, molto ad personam, e allora vai con l’ Imu.

2. Secondo trappolone: è proprio l’ Imu, che vede il Pd schierato sulla linea del partito delle tasse, come se la pressione fiscale non gravasse anche sui suoi elettori, non solo quelli di classe media ma anche sugli ex proletari.

Si sono scatenati tutti a sinistra a difendere l’ Imu, Repubblica in testa, a spiegare il disastro per le finanze italiane e, con un tono a metà fr il terroristico e il ricattatorio, che “con l’ Imu prima casa esente e restituita, addio soldi per le assunzioni e Iva più cara”.

C’è qualcosa che non va in tutto questo.

A. Stiamo parlando di 8 miliardi di euro in un bilancio dello Stato di centinaia di miliardi, in cui è previsto un aumento delle entrate fiscali di più del 20 per cento il tre anni, tra il 2011 e il 2014, a fronte di una crescita zero del Pil, cioè della ricchezza prodotta, e di una inflazione nell’ordine di poche unità percentuali.

Dietro quei numeri, per un cittadino normale, si cela l’arcano della spese, delle manovre, delle stangate. Quanto i tagli siano frutto di moralismi e anche affermazione di personalità dai gusti un po’ macabri ce lo si chiede sempre dopo, mai prima. E dopo, ovviamente, i giornali lo fanno con pudore e vergogna, perché per tanto tempo hanno invece sostenuto come eroi gli autori.

B. L’insensibilità della sinistra nei confronti della prima casa certo ha una spiegazione nel fatto che molti suoi elettori non ne possiedono: se un italiano su due abita in casa propria, vuol dire che l’altro su due sta in affitto. Più probabile che in questa metà di non possidenti si trovino elettori di sinistra che di Berlusconi, anche se certamente molti evasori totali e anche criminali non figurano averne (ma, vien da pensare, a qualcuno quelle case saranno intestate e l’ Imu alla fine la pagheranno anche loro).

Ma se metà degli italiani possiedono la casa in cui abitano e il Pd ha preso un po’ meno di un quarto dei voti, su un corpo elettorale peraltro al netto della astensione, viene anche da chiedersi quanti fra loro siano potenziali elettori del Pd: possibile che votino tutti quanti per Berlusconi? Perché comunque lasciare a Berlusconi quei voti? Meglio competere con Vendola (4%) o con Beppe Grillo, che più resta su posizioni di sinistra radicale più perde consensi?

C. Non sarà per caso che la dirigenza del Pd è meno sensibile sul tema Imu di molti italiani che pure lo hanno votato o lo voterebbero perché il problema non ce l’hanno? Non ce l’hanno perché un buon nmero di loro abita in case di enti e paga affitti scontati se non irrisori? Noi non sappiamo quanti siano, ma ne scopriamo sempre un bel numero quando scoppia una periodica affittopoli.

Niente di grave, anzi c’è solo da invidiarli. Però fa rabbia che su un tema che vale certo più di un 10 per cento di voti la sinistra lasci riserva di caccia a Berlusconi, che poi usa quel tema come grimaldello per risolvere i suoi guai. E per la sinistra tutto si traduce in una eterna fatica di Sisifo.