Berlusconi, il nuovo contratto con bufale. Un milione e mezzo di posti di lavoro? Erano 71mila…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Febbraio 2018 - 13:20| Aggiornato il 20 Febbraio 2018 OLTRE 6 MESI FA
Contratto con le bufale: come nel 2001 Berlusconi promette posti di lavoro

Berlusconi, il nuovo contratto con le bufale. Un milione e mezzo di posti di lavoro? Erano 71mila…

ROMA – Nostalgia canaglia, questo il primo sentimento che è sorto spontaneo in chi (millennials esclusi per ovvie ragioni) anche solo distrattamente abbia visto in tv l’immarcescibile Berlusconi sottoscrivere il nuovo contratto con gli italiani. E un po’ di pena (ma lo dice anche D’Alema, il che, francamente…).

Era il 2001 (chi voglia farsi del male guardi il video sottostante) quando estrasse dal cilindro catodico la promessa di creare un milione e mezzo di posti di lavoro: stessa scrivania, stesso notaio, Bruno Vespa ieri come oggi.

Stesse bufale. O propensione “ballistica”, per utilizzare l’espressione del professor Massimo Cotta dell’Università di Siena, che non sa più come fare per smentire la panzana di Berlusconi secondo cui perfino l’ateneo toscano, notoriamente orientato a sinistra, avrebbe certificato che l’80% delle sue promesse – a volte l’85%, dipende dalle fasi lunari – è stato realizzato.

“Il nostro gruppo di lavoro – dice Cotta – ha preso in esame il programma del 2001 e ha verificato che sono state presentate iniziative del governo corrispondenti all’80 per cento del programma. Dunque è sbagliato dire che sono realizzazioni, sono solo iniziative“. Una mistificazione pura e semplice, l’ennesima: e del resto non potevano non accorgersene anche gli italiani che intanto in quegli anni perdevano il posto di lavoro o disperavano di trovarne un altro.

La quota di posti di lavoro creati negli otto anni in cui Berlusconi ha governato è irrisoria: il saldo netto è di 71mila posti di lavoro in più (il fact-cecking è de Lavoce.info nell’articolo “Il contratto con le bufale”) nelle tre esperienze di Governo (e comunque, non è mai buona cosa attribuire solo al Governo in carica meriti o demeriti nelle oscillazioni del mercato del lavoro).

Come niente fosse, oggi siamo alle solite:

“Io, Silvio Berlusconi, nella mia vita ho creato da imprenditore decine di migliaia di posti di lavoro e da Presidente del consiglio oltre un milione e mezzo di posti di lavoro. Oggi il tasso di disoccupazione in Italia tocca quasi l’11 per cento, quello della disoccupazione giovanile il 32,2 per cento, un giovane su tre non lavora. Al Sud, addirittura, per un giovane su due il lavoro è un miraggio, un’utopia. Non basta: tre milioni di giovani, sfiduciati, non studiano e non cercano nemmeno più lavoro” (Nuovo contratto con gli italiani)

A parte quei poco più di due punti percentuali che ci dividono dalla media europea (ma in compenso ha smesso di sparare milioni di posti di lavoro come fossero bruscolini), quel terzo di giovani che non lavora è un dato scorretto perché si dovrebbe applicare solo e soltanto ai giovani che cercano lavoro (gli studenti vanno messi tra gli inattivi), e sui Neet la confusione è ancora più grande. Però, stavolta, Bruno Vespa è autorizzato a “sputtanare” Berlusconi (regale concessione) qualora non manterrà le promesse. Fra 17 anni, nel 2034, quando Berlusconi a 97 anni si candiderà per l’ultima volta.