Berlusconi: “Con prostitute minorenni, pene giuste”. Sua la legge della condanna

Pubblicato il 28 Giugno 2013 - 05:17| Aggiornato il 12 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA
Karima el-Mahroug detta Ruby

Ruby. Berlusconi pensava a lei quando disse: “Giusta la pena per chi va con prostitute minorenni che appaiono tali?”

La condanna di Berlusconi per essere stato con una prostituta minorenne appare giusta per almeno una ragione: che la legge in base alla quale è stato condannato Berlusconi l’ha voluta proprio lui, è la legge 6 febbraio 2006 numero 38 ed è stata una delle ultime leggi approvate dal Parlamento nel 2006 prima che il Governo Berlusconi cadesse per essere sostituito da quello di Romano Prodi. Berlusconi se ne vantò pubblicamente, che volete di più? Chi è causa del suo mal…

Buon per lui che la nuova maggioranza di sinistra non ha voluto seguire la derivata ipocrita e moralistica voluta da Umberto Bossi e dalla Lega.

Quando Berlusconi tornò capo del Governo, non ebbe il tempo di fare altri danni, perché, mentre in Italia cresceva di nuovo il fermento anti prostituzione, cominciarono a emergere le notizie sulle frequentazioni notturne dello stesso Berlusconi e la crociata che estendeva il carcere anche agli utilizzatori finali delle prostitute si afflosciò, con generale sollievo e principale beneficio proprio per l’aspirante moralizzatore numero 1, che però, alla fine, rimase impigliato proprio nella rete che lui aveva cinicamente e  ipocritamente tessuta.

C’è un video in cui Berlusconi, sotto lo sguardo in realtà un po’ perplesso di Mara Carfagna, allora ministro delle Pari Opportunità, cui era toccata la tutela del buon costume, esalta la bontà della legge.

Sono parole da scolpire nel marmo, perché hanno un che di profetico, ma sono pronunciate anche con un senso di sollievo:

“Credo che queste pene sono molto giuste, anche quando soprattutto queste prostitute sono prostitute che sono minorenni e appaiono anche, per il loro aspetto, come tali”.

Nel dire queste ultime parole, Berlusconi assume l’aria furbetta di quello che ti ha appena dato una fregatura.

Viene da pensare che Berlusconi avesse in mente proprio Ruby, la nipote di Mubarak che è alla origine della condanna a 7 anni di carcere, che certo non aveva proprio l’aria di una educanda minorenne.

Invece gli è andata male, si è impiccato con la sua stessa corda e, se leggiamo questo articolo pubblicato da Blitzquotidiano il 18 gennaio 2011, balza agli occhi un altro dettaglio tutt’altro che piacevole per Berlusconi ma delizioso per chi non ama i falsi e cinici moralisti, i sepolcri imbiancati che vogliono sempre raddrizzare le gambe ai cani.

“Perché Silvio Berlusconi rischia di andare in carcere sul serio? Proprio lui che ha depenalizzato tutti i reati come il falso in bilancio di cui un imprenditore come lui poteva rischiare l’incriminazione. Proprio lui perché nel suo funambolismo e equilibrismo politici, inseguendo la demagogia della peggiore risma dei suoi alleati, ha fatto approvare la apposita legge.

“Il suo governo stava andando ancora avanti sulla china di leggi illiberali in materia di prostituzione, quando è esploso lo scandalo Noemi ed è parso chiaro che l’utilizzatore finale numero uno sarebbe stato proprio Lui, il Grande Leader della Nuova Moralità. Gli è andata bene per un pelo, se la Grande Crociata contro le puttane fosse andata avanti Berlusconi ora rischierebbe l’ergastolo.

“Oggi, per sua stessa mano colpito, rischia di andare in galera davvero, pochi giorni o settimane ma, qualora fosse condanna e qualunque fosse l’entità della condanna, se questa dovesse prevedere reclusione Berlusconi se la farebbe tutta e davvero.

“La legge da Berlusconi voluta commina da sei mesi a tre anni di detenzione e una multa da 5164 euro a chiunque pratichi sesso a pagamento con un minore dai 14 ai 18 anni. In caso di condanna, le misure alternative alla detenzione sono concesse solo a chi “collabora con la giustizia”, cioè in sostanza ammette e confessa. Berlusconi è lontano un miliardo di miglia dall’ammettere e confessare, anzi si dice insieme innocente e vittima dei magistrati.

“Quindi, se condannato, va in galera. E questo per una rigida disposizione della legge voluta così rigida proprio dal governo Berlusconi che ha inteso, con modifica legislativa, comminare detenzione reale ai colpevoli di prostituzione minorile”.