Berlusconi sulla piazza cara ai comunisti perde la testa, parla di cancro e scatena gli jettatori

Pubblicato il 20 Marzo 2010 - 19:43 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi fa gli scongiuri

Certo che Berlusconi a volte la lingua proprio non la sa controllare e dice cosa di cui poi è costretto a pentirsi. Ha cominciato la giornata facendo una umiliante marcia indietro sul tema della giustizia. In una intervista al quotidiano romano il Tempo, sabato mattina, ha semplicemente di “non avere mai voluto una prova di forza con la magistratura. Se avessimo voluto adottare una politica punitiva, l’avremmo già fatto da tempo, i numeri parlamentari ce lo permettono”. Invece, dice ora Berlusconi, quello che cerca la maggioranza è “sono soluzioni equilibrate, che ristabiliscano il corretto rapporto tra politica e giustizia, la divisione fra i poteri e gli ordinamenti dello Stato”. Discorsi un po’ da bar: se avessi voluto, l’avrei riempito di botte.

Nell’esaltazione della piazza romana, piazza san giovanni, di solito teatro dei rituali dell’odiata sinistra, dal concerto del Primo Maggio alle oceaniche adunate dell’odiatissima Cgil, Berlusconi deve avere proprio perso il controllo di tutti i freni inibitori.

A un certo punto se ne è uscito dicendo che, nei tre anni di governo che mancano alla fine della legislatura “vogliamo anche vincere il cancro”.

Sulle prime qualcuno ha scherzato, facendo un volgare paragone tra Berlusconi e quei venditori ambulanti che, sulle piazze dei mercati, nella Italia profonda, propongono proprio di tutto, non per cinque, non per tre, ma ve lo regalo proprio a dodici, ma vi dò anche questo e questo che in tutto alla fine fa quindici.

Poi altri ci hanno riflettuto un po’ e si sono chiesti perché, di tutte le malattie che ci affliggono, e in paticolare affliggono le persone della sua età e dintorni, Berlusconi abbia scelto proprio il cancro. E le telefonate hanno cominciato a intrecciarsi roventi sui telefonini di mezza Italia.

C’è chi ha cominciato a dire che sì, forse, a ben guardare le foto, l’aspetto di Berlusconi non è dei più sani e che il cerone e il fard non riescono a nascondere del tutto quell’aria malsana che fin ad oggi ci eravamo abituati a giustificare con i racconti di Patrizia D’Addario delle folli notti a Palazzo Grazioli. E qualcuno ha anche immaginato che forse il pranzo con i figli dei primi di febbraio, tutti assieme ad Arcore con amministratori e avvocati, poteva non essere motivato solo con l’incombente causa di divorzio.

Probabilmente, anzi, certamente, sono tutti discorsi iettatori, ma di quelli che allungano la vita. Ma Berlusconi, certamente, da un male inguaribile è affetto: l’incontinenza verbale.