Boldrini demagogia a Lesbo: rifiuti monumento, dissidente…

Pubblicato il 15 Febbraio 2016 - 13:55 OLTRE 6 MESI FA
Boldrini demagogia a Lesbo: rifiuti monumento, dissidente...

Boldrini a Lesbo: di questo ammasso di giubbotti e canotti abbandonati sulla spiaggia ha fatto un monumento. Poi ha incontrato un dissidente cinese, creando imbarazzo per il Governo

ROMA – Laura Boldrini, presidente della Camera dei Deputati, invece di condannare come micro disastro ambientale la montagna di giubbotti salvagente abbandonati dai profughi sulla spiaggia greca di Lesbo, si è ingarellata con Vittorio Sgarbi nel ruolo di critico d’arte e ha promosso quello schifo a monumento:

“Questo giubbotto è il simbolo dello sforzo di questa isola” nell’accogliere migranti disperati, “ma è anche un giubbotto per salvare l’Europa”,

ha detto.

Poi, per rendere un po’ più complicata la vita del Governo, ha incontrato un dissidente cinese, Ai Weiwei, che ha preso residenza nell’isola dove, 2 mila e 500 anni fa la poetessa Saffo educava in una specie di collegio svizzero dell’epoca le figlie della aristocrazia greca della diaspora.

I cinesi sono molto sensibili a queste cose e molto suscettibili. Quando Walter Veltroni, per un antenato del selfie, volle incontrare il Dalai Lama, quasi ci fu una crisi internazionali, cosa della quale oggi, con la fame di esportazioni che abbiamo, proprio non c’è bisogno. Ne ha parlato con Gentiloni? Ha un consigliere diplomatico? Laura Boldrini prima era una impiegata dell’Onu, qualcosa dovrebbe sapere. Anche Obama lo ha fatto: ma perché voleva dare uno schiaffo ai cinesi, non perchè voleva essere citata dall’Ansa.

Cosa sia andata Laura Boldrini a Lesbo non ce lo hanno spiegato. Nessuno ci ha detto come ci è arrivata, se con aereo di linea e traghetto o volo militare, né a spese di chi. Le foto che la immortalano circondata da aitanti giovanotti probabilmente della Guardia costiera italiana fa pensare a chi possa avere offerto il passaggio. Non è stato certo un pellegrinaggio letterario; più probabilmente si tratta di una iniziativa alla ricerca di nuovo consenso.

O forse anche, un attimo di libertà prima dell’arrivo del nuovo ufficio stampa, Stefano Menichini, ex direttore di Europa e quindi uomo di partito ma anche di buon senso, che c’è da augurarsi, per il bene di tutti, abbia una positiva influenza sulla Boldrini, esortandola a stare nel recinto tracciato dal precedente illustre e discreto di Nilde Iotti. Menichini è stato fortemente sponsorizzato da Nando Adornato, ma nessuno è perfetto.

“Sono qui come presidente della Camera italiana per dirvi che farò tutto quello che è nelle mie facoltà per non lasciarvi soli”

ha detto al sindaco del luogo,  Georgios Saroglu, il quale già contava gli euro, non sapendo che, per nostra fortuna, i poteri di spesa della Boldrini non escono dai confini di Piazza Montecitorio, dove non sembra avere brillato per i risultati conseguiti, se non per la concentrazione di poliziotti occupati a difendere la sua ciber reputazione, anche a costo di strizzare un po’ i confini della Costituzione.

Sulla spiaggia, non ha potuto non rilevare l’adorante ma onesto reporter dell’Ansa,

“sono ammassati i relitti sgonfi di canotti e gommoni e salvagenti spesso rivelatisi inutili”.