Brexit e Trump: cosa hanno in comune? La nevrosi è il tratto saliente che accomuna i sostenitori di Brexit in Europa e di Trump in America, rivela Giampaolo Scacchi. La nevrosi genera paura e il partito della paura, sui due lati dell’Atlantico e sulle sponde del Mediterraneo, nelle varie declinazioni e specificità locali, ha incontrato molto favore negli ultimi anni.
Secondo Scacchi, le aree USA in cui gli elettori presentano tratti più nevrotici della personalità, è probabile che alle elezioni americane del 2016 abbiano votato per Donald Trump; stesso discorso per il Regno Unito in cui quel tipo di elettore avrà votato pro Brexit.Viene da chiedersi quali similitudini si possano trovare anche con analoghi comportamenti in Italia e nel resto d’Europa.
È quanto emerge da uno studio condotto da ricercatori della Queensland University of Technology (QUT), Ilmenau University of Technology, University of Cambridge, London School of Economics and Political Science, Melbourne University e The University of Texas at Austin.
Questi tratti della personalità avrebbero spinto a dare supporto a Trump su campi di battaglia come la Pennsylvania, il Wisconsin e l’Ohio stati post-industriali della “Rust Belt”, la cintura della ruggine, nel Midwest.
Il team ha scoperto che in quest’area nota come “regione instabile e disabitata”, le persone tendevano ad avere un livello di neuroticismo più alto rispetto agli altri ed erano moderatamente aperte.
Secondo quanto riportato da The Atlantic, nello studio sulla personalità sono stati esaminati 417.217 partecipanti britannici e 3.167.041 negli Stati Uniti e sono state poste inoltre 44 domande sulle loro abitudini e inclinazioni.E i risultati soo simili in modo impressionante.
I ricercatori hanno inoltre preso in considerazione il ruolo del patrimonio industriale della regione, l’atteggiamento politico, la composizione multirazziale, il livello di istruzione e le condizioni economiche.
Sam Gosling, coautore e professore di psicologia della UT Austin, ha aggiunto: “Da un lato sono rimasto sorpreso perché il nevroticismo è tradizionalmente associato a una certa tendenza a votare per candidati e posizioni di sinistra”.
“Dall’altro non sono sorpreso perché è un buon modo di pensare al nevroticismo come a una sensibilità ai pericoli e a ciò che potrebbe andare nel verso sbagliato. Le persone nevrotiche probabilmente sono particolarmente sensibili alle campagne che giocano sulle paure”.
“Ovviamente anche altri partiti avrebbero potuto dare il via a una campagna basata sulla paura ma non lo hanno fatto. Nelle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016 quelle aree con un livello alto di nevroticismo hanno avuto un notevole impatto sulle elezioni”.
Gli autori dello studio hanno confrontato il livello di nevroticismo di ogni contea e quali, nelle elezioni del 2016, avessero successivamente votato per Trump e se tradizionalmente votavano per i repubblicani.
“Questi tratti della personalità appartengono a individui riservati, scostanti, irascibili e inquisitori” ha scritto nello studio Jason Rentfrow, psicologo dell’University of Cambridge.
L’autore principale Martin Obschonka, autore principale, psicologo e professore associato a QUT, ha dichiarato che “i modelli utilizzati tradizionalmente per prevedere e spiegare il comportamento politico non hanno saputo cogliere un fattore essenziale che nel 2016 ha influenzato il voto degli elettori”.
“In condizioni normali questi tratti della personalità non influenzano ma in determinate circostanze, l’ansia e la paura diffuse in una regione hanno il potenziale per avere un profondo impatto sul panorama geopolitico”.
E che dire del partito della paura in Italia?