Catalogne d’Italia: il post-referendum in Italia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Ottobre 2017 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA
Catalogne d'Italia: il post-referendum per lombardo-veneti, shützen altoatesini, autonomisti sardi...

Catalogne d’Italia: il post-referendum per lombardo-veneti, shützen altoatesini, autonomisti sardi…

ROMA – Catalogne d’Italia: il post-referendum per lombardo-veneti, shützen altoatesini, autonomisti sardi… Poi ci sono anche i siciliani, che però vivono nel terrore che qualcuno si ricordi dei loro privilegi e di quanto ci costano e li scarichino aklla libia.

Mentre il premier spagnolo Rajoy è indeciso sulla prossima mossa nella crisi catalana, stretto fra il dialogo con il governo di Barcellona o il pugno duro prima che il ‘Parlament’ approvi una dichiarazione di indipendenza, il referendum in Catalogna sta rischiando di avviare una pericolosa frana nell’edificio traballante dell’Unione europea?

La Catalogna è diventata il punto di riferimento e la pietra di paragone delle istanze irredentiste di mezza Europa, oscillanti tra il sogno separatista e il raggiungimento pragmatico dell’autonomia. O solo di maggiore autonomia. Sullo sfondo, ma più importanti di quanto la retorica autonomista non dica, le rivendicazioni economiche di chi è stufo di devolvere ai governi centrali più di quanto ricevano.

Protagonista, in senso negativo per la sua assenza, la Ue, la cui istituzione, peraltro, ha consentito e consente ad alcune aspiranti nazioni di rifiutare l’ombrello nazionale per ripararsi in quello più grande dell’Unione (avrebbe scelto ugualmente di andar da sola la Catalogna con una moneta tutta sua?). Vediamo in dettaglio manovre e aspirazioni delle “Catalogne d’Italia” alla luce degli eventi spagnoli.

22 ottobre, il referendum di Lombardia e Veneto. “Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”: è evidente la grande differenza con il caso catalano. Il quesito della Lombardia è un po’ più articolato e fa riferimento all’art. 116 della Costituzione ma la sostanza non cambia. Unica differenza di questi due referendum consultivi, è che in Lombardia non serve il quorum perché la consultazione sia valida.

In ogni questi referendum non intaccano sovranità e indivisibilità nazionale, si limitano a chiedere un “regionalismo differenziato”. La Lega preventivamente sottolinea l’assoluta legalità della richiesta di maggiore autonomia per Lombardia e Veneto, da sinistra si concorda sulla legittimità della consultazione ma si mette l’accento, come fa il Pd, sull’inutilità della chiamata alle urne e sui costi dell’operazione. In effetti, sembra scontato il sì a un quesito che molti ritengono pleonastico, come mettere la croce su “W la mamma”, ironizza Pierluigi Bersani. Il Governo Gentiloni ha liquidato la faccenda ricordando che il referendum è inutile, “bastava una lettera”.

Alto Adige: gli Shützen espongono la bandiera catalana. Gli Schützen altoatesini hanno esposto una gigantesca bandiera catalana a picco sul paese di Terlano, dalle rovine di Castel Maultasch, tra Bolzano e Merano. Tutto il movimento secessionista sudtirolese guarda con estremo interesse alla consultazione, che viene vista come la strada da percorrere per “staccare” l’Alto Adige dall’Italia. Il Süd Tiroler Freheit (Libertà per il Tirolo, 7,2% e 3 seggi alle ultime elezioni) esulta e si rivolge a Bruxelles: “Con la loro elezione, i catalani hanno espresso chiaramente l’opinione che non sono spagnoli e non vogliono più appartenere alla Spagna. Nessuna costituzione può bloccare una nazione in una nazione straniera”.

Autonomisti sardi. Nel quartiere di Ravel a Barcellona una delegazione di osservatori internazionali arrivata dalla Sardegna è stata accolta dagli applausi della folla: “Benvenuti e grazie” hanno gridato centinaia di catalani. Gli autonomisti sardi si erano già prodigati in favore della causa dei vicini catalani proponendosi come stampatori stoccatori delle schede del referendum. Il segretario nazionale del Partito sardo d’Azione, Christian Solinas, aveva invitato la Giunta regionale a venire incontro alla Generalitat mettendo in sicurezza le schede. L’esponente sardista è stato anche promotore e primo firmatario dell’ordine del giorno di vicinanza al popolo catalano approvato dal Consiglio regionale.

Referendum autonomia: la Lega esibisce bandiere di Emilia e Romagna. Atto dimostrativo dei consiglieri regionali della Lega Nord nell’Aula dell’Assemblea legislativa durante la seduta dedicata alla discussione sull’avvio dell’iter di richiesta di maggiore autonomia dell’Emilia-Romagna. Mentre il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, stava illustrando il processo che ha intenzione di attivare, i rappresentanti del Carroccio si sono alzati in piedi esibendo le bandiere di Emilia, Romagna e Catalogna. Oggi i leghisti presenteranno una risoluzione proprio per chiedere una consultazione sulla separazione della Romagna.